Poeti maledetti | Prosa e racconti | Manuela Verbasi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Poeti maledetti

I poeti, dicono una cosa e spesso ne fanno un'altra. Mi dicono cosa è corretto fare ed io li ascolto con una porta spalancata sul dubbio e una sul web, e li vedo cadere, birilli plastici, nei labirinti presuntuosi, ove il bene è sottile come la cartina di una Brooklyn gusto liquirizia. Sanno come dovrei camminare, quando contano i miei respiri, e l'affanno dopo una corsa in cui non vince nessuno. Quando mi siedo sul primo masso (o il secondo o il terzo), e la vista annebbiata dalla stanchezza, mi rende faticoso l'orizzonte.
 
I poeti impastano parole, le modificano e mortificano se serve a darsi un alone di mistero che li allontani dal terra terra, e camminano leggerissimi o strisciano o incidono come vanghe i viali che disegnano. Hanno sempre il permesso di farlo, è la libera scelta, il libero pensiero, il nonsense talvolta sulle cose che sense ne hanno tanto.
 
I poeti sono stronzi, lo sono quando prendono e a te sembra che diano, e non t'accorgi quasi che sono puttane, finché non le vedi svendersi per un chicco di caffè, un pelo di gnocca, o un ciuffetto di gratifiche, illusioni belle e buone liquefatte, un falso... e di te, di tutto non gl'importa mai, convinti come sono della loro giustezza, dell'assoluzione che si danno ad ogni sconceria perpetrata, forti di quella luce infetta che li illumina d'immenso. come aureola gassosa dalla punta delle corna, enormi, al piedistallo.
 
Non credo ai poeti, rinuncio a capirli oramai. Sono artisti, sono strani, non possono essere normali, è un dato di fatto. Virano, non volgono e danzano schivando mondezza per poi precipitare metaforicamente, nella discarica.
 
Gli scrittori, non so, forse ancora non ne ho conosciuti. Un paio ho notato sono più convinti delle loro capacità che dell'essere uomini, e la cosa li rende molli, come cioccolato con troppo latte, come cacca gialloverde, o lumache che si trascinano la casa popolare sulla gobba. Come strette di mano poco convinte. Come le storielle che riciclano e i loro amici che le trovano originali. E inutili, come le pillole dimagranti senza dieta ferrea. Come il "mi piace" di chi non legge, su Facebook.
 
 
 
racconto di fantasia: ogni riferimento a fatti e persone è del tutto casuale
 

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