Scritto da © Maria34 - Ven, 04/11/2011 - 09:56
Solitario vai tra le pieghe del mare,
la barca schiaffeggiata,
un po consumata dal sale
pareva vivere d’una vita propria
il legno esposto per anni ed anni al sole
alla pioggia alla raffica
mostrava tutte le fibre forti
le sue curve i suoi nodi.
La bilancia appesa al lungo palo
si faceva candido come una tibia
lucido come l’argento
come un salice piangente.
Carlo Zanellato ( Caparin )
la bilancia calava in mare
dove la rete attende il pesce.
Carlo con braccia forti e salde
la carrucola strideva girando
per l’impulso al centro della pesante rete,
tutta la barca tremava
e scricchiolava allo sforzo
la vasta rete emergendo
a poco a poco su dalla profondità
del mare come un luccichio aurino,
vedevi i branzini prigionieri.
Sorridente Carlo Caparin mirava.
Il mare e il cielo era azzurro.
Renato Finotti.
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