Scritto da © Bruno Amore - Mer, 26/10/2011 - 14:19
È ora più povero il mattino, dacché
sono volati a Sud senza riguardi
ho temuto, sulle prime, l'otalgia
e poi, mestamente: Sono andati via.
Taccio tendo le orecchie e gli altri sensi
per sentire qualcuno di quei canti
frullo d'ali tra i rami, lì davanti
nel fitto del roseto, su ogni stecco
fitto di richiami bassi e squillanti.
Arrivano sono attesi già da tempo
sono un segnale, lo sanno tutti quanti:
si spoglia del mantello la montagna
l'acqua più fresca tutto quanto bagna
cambia la veste il prato, il bosco intero
giungono e danno il tocco che mancava
la musica di fondo, tinte nuove
sopra le nebbie delle ciminiere.
E presto ti diventano consueto
sono e lo sappiamo, dove devono
si fissa nei ricordi ed è completo.
Nessuno pensa mai che se ne andranno
poi accade, seppur noto, d'improvviso
come altro sai e capita nella vita
questi, spero, li rivedrò un altr'anno.
È ora più povero il mattino, dacché
sono volati a Sud senza riguardi
ho temuto, sulle prime, l'otalgia
e poi, mestamente: Sono andati via.
Taccio tendo le orecchie e gli altri sensi
per sentire qualcuno di quei canti
frullo d'ali tra i rami, lì davanti
nel fitto del roseto, su ogni stecco
fitto di richiami bassi e squillanti.
Arrivano sono attesi già da tempo
sono un segnale, lo sanno tutti quanti:
si spoglia del mantello la montagna
l'acqua più fresca tutto quanto bagna
cambia la veste il prato, il bosco intero
giungono e danno il tocco che mancava
la musica di fondo, tinte nuove
sopra le nebbie delle ciminiere.
E presto ti diventano consueto
sono e lo sappiamo, dove devono
si fissa nei ricordi ed è completo.
Nessuno pensa mai che se ne andranno
poi accade, seppur noto, d'improvviso
come altro sai e capita nella vita
questi, spero, li rivedrò un altr'anno.
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