Scritto da © taglioavvenuto - Dom, 09/10/2011 - 00:45
Mi è capitato sottomano un libro di Popper: congetture e confutazioni ed. il Mulino. Qualcuno lo considera ancora il filosofo più importante che il Novecento abbia avuto.
Beh, costui, sulle orme di Buhler, che però aveva suddiviso il linguaggio in sole tre fasi, aggiunge a queste tre un'ulteriore fase. Sentiamo da questo autore quali sarebbero. Naturalmente poi ognuno di voi potrà fare le sue osservazioni, cioé congetturare e confutare.
Egli dice:-... la principale funzione di questo, (il linguaggio) cioé la comunicazione, è stata distinta e analizzata da K. Buhler nelle sue tre componenti:
1) la funzione espressiva-la comunicazione, cioé, serve ad esprimere le emozioni o i pensieri di chi parla;
2) la funzione di segnalazione, stimolazione o liberazione-la comunicazione serve a suscitare o a liberare certe reazioni nell'ascoltatore...
3) la funzione descrittiva- la comunicazione, cioé, descrive un certo stato di cose.
...
Le prime due valgono anche per il linguaggio degli animali, mentre la terza sembra essere peculiare all'uomo. E' possibile, (e, credo, necessario) aggiungere a queste tre....una quarta funzione, particolarmente importante dal nostro punto di vista, vale a dire:
4) la funzione argomentativa o esplicativa- che rende possibile l'esposizione e il confronto di argomenti o spiegazioni, in rapporto a determinati problemi o questioni.
....
I moderni nemici della ragione vogliono distruggere questa tradizione. Essi si propongono di raggiungere il loro scopo eliminando, o snaturando, la funzione argomentativa, e forse addirittura quella descrittiva, del linguaggio umano, attraverso un romantico ricorso alle sue funzioni emotive-quella espressiva ( si parla troppo di esprimere se stessi) e magari quella di segnalazione o stimolazione. Vediamo agire molto chiaramente questa tendenza in alcuni tipi di poesia, prosa e filosofia moderne: in una filosofia che non si vale di argomenti perché non affronta argomenti di cui si possa ragionare.
Da parte mia, se dovessi aggiungere qualcosa a queste considerazioni di Popper, potrei affermare a costo di attirami delle inimicizie, ma rispettando la certezza del mio sentire, che per apprezzare ad es. una poesia pubblicata su questo sito, e ritrovarmi ad aver desiderio di accedervi nuovamente, cioé per preferirlo ad altre cose, (almeno provvisoriamente e temporaneamente) dovrei riconoscere alla stessa opera qui postata, e ne consegue alla generalità delle opere su questo sito se non a tutte, non tanto il requisito della novità, ma almeno uno sforzo, un percorso di costruzione poetica personale e di pensiero, cioé di ricerca di verità interne od esterne che non siano soltanto espressione di un sentimentalismo trito e ritrito, particolarmente personale, cioé ovvio e sentito migliaia di volte, o, peggio, ancestrali e gutturali richiami ad unirsi corporei, o rimproveri velati o meno.
Pena la noia, non mortale, ma esistenziale per quella mia mezz'ora di evasione.
Allora, preferisco stare con la mia compagna, altrimenti vedermi un bel film, o uscire con gli amici a farmi una birra e a sparare cazzate, o andare in discoteca o a sentire un concerto da qualche parte.
Ecché...
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