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Pelle di foglia

attraversando i giorni vedo luce che cambia
il consumarsi del tempo brulica attorno a noi
passando silenziosi come civette in caccia
sentiamo terra fremere di devastata follia

 

sono questi i giorni in cui si cambia di pelle

con l'estate che ancora morde ma ormai sa di vecchio
hanno un lieto profumo le foglie cadute e bagnate
ma se latita pioggia ovunque si sparge fetore

 

la puzza di chi s'affanna per ammassare orpelli
divoratori avidi di frutti e di germogli
il grido roco e arrogante delle gazze ladre
la pancia tanto piena da faticare a involarsi

 

predisposte a cavarti gli occhi con grazia e destrezza
in una deforme legge di natura
in una assurda premura
di garantire il successo dei furbi e dei forti nell'inganno

 

mentre la ruota dell'anno gira
come la vita tutta che corre ai seimila al secondo
finestre di un altro mondo come un treno che passa
buttarsi e azzeccare il momento uno su un milione

 

novecentonovantanovemilanovecentonovantanove morti
risorti all'onore delle cronache quale taumaturgica verità
per incatenarci tutti a una corrusca quotidiana roulette
aspettando uno spiffero di gelo limpido nell'afa di un solarium

 

e basta con questa fame di tesori

con questo griffarsi d'indifferenza a celare ingordigia
fame di anoressici danzatori dello spirito
vuoti come gli alberghi al mare a gennaio gelato

 

nuvole giallastre si accapigliano a colorare un tramonto
chimico postindustria preapocalisse
la fine del mondo non sarà un secondo che spegne la luce
sarà una bizzarra e insensata agonia

 

fino alla rabbia della madre che vede piaghe
sulle carni dei suoi cuccioli più amati
e azzanna e ringhia e artiglia a più non posso
perchè se non è chiaro il nemico

 

tutto è nemico
tutto è pericolo e fiamma
tutto è voracità informe
come il fluire indistinto d'ameba

 

e allora tabula rasa senza aspirare a memoria
perchè tollerare gli stupidi è molto difficile
e la pazienza in tanti miliardi di anni
si consuma, è ovvio per tutti

 

o forse non proprio per tutti
per questo conservo ingrassate le scarpe
e il bastone è allenato alla strada dei boschi
lontano dal puzzo che offusca la vista e il pensiero

 

non è un allenarsi ad un futuro eremita
è starsene in pace almeno una mezza giornata
a respirare col cuore disteso sul cuore del mondo
per temperare tutto quel battere inutile

 

quel pulsare arrabbiato contro i pazzi animali
che han scordato il profumo dell'acqua che scorre lontano

 

nel mio verde castello di sogni.

 

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