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La particella di Dio

Ogni volta che leggo Hegel mi viene in mente Foucault.
Questo volevo dire stamane. Poi è saltata fuori la storia dei neutrini.
I neutrini non sono i cervelli dei politici leghisti, sono particelle. Particelle assai misteriose e imperscrutabili che non avrebbero nessuna incidenza sull’assetto fisico di ciò che conosciamo, così come lo conosciamo. Ma che sarebbero alla base della cosiddetta antimateria, e a cosa servono non riesco proprio a decriptarlo. Però, da oggi, pare che viaggino più veloci (di poco) della luce. Ma, superando tale barriera, non dovrebbe “crearsi” materia? Vabbéh, sia come sia, ho pensato che tra Hegel e Foucault c’è di mezzo Einstein e la sua teoria della relatività, la quale accusa adesso questo colpo- perché, si dice, se la velocità della luce, i famosi 300.000 chilometri/secondo, non è l’apice dell’universo, tutta la teoria non regge più. Ora, Hegel non poteva lontanamente mai neanche immaginare che esistesse qualcosa come la velocità della luce, un limite che sembra ora sgretolarsi. È quindi ancora possibile rintracciare ciò che vogliamo sia la verità nelle parole di un sia pure altissimo luminare del Settecento? Ed è ancora ammissibile accostarlo a taluno che, come Foucault, era almeno al corrente di questo concetto fisico della relatività?. E, fondamentalmente, ha ancora senso e corso un pensiero “pre-relativistico” all’indomani, non solo dell’ingresso nel mondo della teoria della relatività, ma addirittura del suo superamento?  Ebbene, la risposta non può che essere: sì. Perché? Perché ciò di cui si occupa è assolutamente intrinseco al problema di come conoscere il conoscibile. In modo tale che il conoscibile si presenta come una specie di sottospecie della modalità stessa del conoscere. La “somiglianza” tra Hegel e Foucault sta nel porre il concetto, il “discorso” in Foucault, alla radice di ogni possibilità/modalità di essere, di modo che questo non è se non nella sua tessitura concettuale (“il linguaggio è una pelle”, Roland Barthes), o discorsiva.
Così, se le particelle pertengono alla ermeneutica, e non alla fisica, ossia, se esse sono particelle di spirito (Hegel) cioè di linguaggio (Foucault, Husserl ecc.), e ciò che conosciamo come materia sta tutta dentro al nostro conoscere e non nella “cosalità”, nella “datità” che chiamiamo materia, allora la “verità”, se vogliamo che sia qualcosa, è quella del concetto della verità. Di modo che anche la verità della fisica rientra in categorie “discorsive” dello scibile che fondano la propria scienza nell’autoriscontro dei propri circuiti logici. Non lo sapremo mai se le particelle sono “qualcosa”, ma ne abbiamo le prove discorsive: sono pezzettini di Logos. E il Logos è cogente: crea ciò che inferisce (o riflette) dentro di sé.
Per esempio le cosiddette leggi della fisica, non sono affatto “dentro” la fisica, ma nelle nostre teste che le stabiliscono. Ossia, siamo noi  a dettar legge all’universo; lui se ne sta per conto suo, indifferente, incompenetrabile e forse irreale, dato che “la realtà” è il concetto. Quando diciamo “l’universo che è”, lo abbiamo già sussunto all’essere, cioè a quanto compete, per così dire, all’”intelligere”. In quanto tale esso non è che una intellezione fra altre, mentre il suo “in sé” rappresenta un altrove ignoto, innominabile e forse nullo. Il contrario dell’essere è il nulla, ma se l’essere è la figura, il fenomeno, il concetto, il nulla è il contrario di queste categorie, passando da “il nulla che non è” a “il nulla che non parla”. Ecco, l’universo che parla è il nostro universo; le particelle parlanti costituiscono la sua legge misteriosa. L’universo in sé, muto e inaccessibile, forse, non esiste neanche. Perciò si deve dire: Hegel è ancora perfettamente in grado di competere e di dialogare con le elite della fisica contemporanea, pur non avendo usufruito neanche di una minima nozione/percezione delle strutture atomiche e subatomiche della materia. Ma la materia è concetto…
D’altronde, alla famosa espressione di Heisenberg “gli atomi non sono cose”, Hegel avrebbe risposto: “no, le cose non sono atomi”.
 
 

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