Eh, uh, ah, pronto pronto...eh? Ah,. Prova prova...
Volevo dirvi che anch'io sono giunta qui dal profondo Nord per recarvi la mia testimonianza. Mi chiamo Kristel. Vengo dall'Islanda, precisamente da un piccolissimo villaggio a duecento chilometri circa ad est di Reykjavik dove mi sono laureata in scienze etnoantropologiche. Nell'attesa di occuparmi, da sei mesi svolgo un corso sul linguaggio dei cavalli presso una fattoria di cattura ed allevamento: La mansione che attualmente mi è stata assegnata è quella di supporto alla funzione riproduttiva.
In sostanza, ogniqualvolta una femmina viene accompagnata dallo stallone, devo assicurarmi che l'inseminazione avvenga.
Vedo già una certa perplessità sui vostri volti, forse non avete mai visto accoppiamenti di tale fatta, ma assicuro che a me, nata e vissuta in un'altra fattoria agricola, ciò non ha comportato alcuno shock, né ha fatto sorgere complessi psicologici.
Si, quel che io devo fare, il compito per il quale sono stata assunta, è precisamente quello di intervenire manualmente, se occorre, sull'angolatura di puntamento del membro dello stallone, sorreggendo o abbassando. Ciò in quanto non sempre, come si potrebbe pensare, nella foia che si instaura in questo tipo di incontri, questo in natura riesce, vuoi perché le stature dei due animali sono divergenti, (ostacoli di natura meccanica) vuoi perché per la femmina è la prima volta (ostacoli di natura psicologica) ed essa tende a scartare. In quest'ultimo caso, evidentemente, il mio compito è anche quello di cercare di calmare i due partner.
Alcuni di voi già sorridono, ma dovreste provarci voi. In primo luogo posso dirvi che un pene di cavallo in pieno turgore va sui dodici-tredici chili di peso, ed in secondo luogo che, imbizzarriti, possono scalciare e quindi mettere a repentaglio la vita dell'operatore. Inoltre, nello stallo in cui sono rinchiusi, riescono a sopportare non più di un estraneo, quindi nessun altro, in tali frangenti, potrebbe aiutarmi.
Da due mesi circa, seguo in particolare Ribot V°, che per tale motivo chiamo Ribottino.
Egli, rispetto ai due precedenti stalloni che ho assistito, mostra delle peculiarità che me lo fanno ritenere di intelligenza assai superiore ai suoi simili.
Premetto che il linguaggio dei cavalli, come a vostra conoscenza, è di natura limitato rispetto a quello umano, ma anch'essi, ho potuto notare, esprimono una grande varietà di messaggi, sensazioni e sentimenti, quali ad esempio, i messaggi di richiesta provenienti dai vari bisogni: quello della fame, della sete, sessuale. In genere modulando diversamente il nitrito e zoccolando. Così come succede per le sensazioni: di sazietà od appagamento oppure di scontento. Rispetto ai sentimenti, queste bestie aggiungono ai tradizionali messaggi su citati del nitrito e delllo zoccolamento, quello dell' emissione attraverso l'epidermide e la muscolatura. Brividi, sudorazione, raddrizzamento o distensione del pelo sono fattori noti e costanti.
Ma quello per cui sono salita su questo palco a portarvi testimonianza, credo sia un fattore nuovo, e sconosciuto, da mettere sotto osservazione.
Dopo quarantacinque giorni di assistenza, ora, Ribottino pretende che io, nella manovra di indirizzo, non usi più i guanti. Quanto appena detto trasmesso attraverso uno scuotimento forsennato del pene che, se perdurante, porterebbe, come provato, al fallimento sistematico dell'inseminazione.
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