Scritto da © Anonimo - Ven, 13/11/2009 - 13:57
E il Signore, vedendo Adamo solo e triste, ne ebbe pietà ed a lui così si rivolse: "Adamo, che ne dici se ti procuro un po' di compagnia?" E Adamo: "Non so, dipende da quanto mi costola..."
Due giorni e due notti durò il dubbio di Adamo e poichè doveva regolarsi potendo usufruire solo dell'alternarsi del sole alla luna, ben presto gli fu chiaro che persino darsi un appuntamento col Padreterno risultava difficile!
Si erano detti: "Risentiamoci tra due lune..." , ma rimaneva incerto se questo significasse "al terzo sole" oppure "a cena a casa mia".Decise che forse era meglio la prima ipotesi: d'altro canto, con tutta la fatica fatta dal Signore per creare l'universo, era probabile che avesse un po' troppa fame per uno senza stipendio, nè sussidio per la disoccupazione. "Anche questo è un argomento che dovrei chiarire prima o poi" pensò Adamo.
Alla base della trattativa c'era: l'allargamento delle sue facoltà di volo - le ali da pilota dopo un regolare corso nell'Aeronautica Angelica; il diritto allo studio con accesso, anche attraverso test attitudinali, al Sapere Universale - basta con l'agraria!; il diritto al riconoscimento del nome e della paternità - spesso si ripeteva "chi sono io?", oppure "qual è il mio ruolo nella società moderna?" e, peggio ancora, "se la mia casa è il Mondo, quanto mi costerà riverniciare tutto?"; in più lo zoccolo duro della trattativa, cioè l'utilità della preghiera al posto della contrattazione paritaria (tratta dall'ipotesi darwiniana che ammetteva la sua evoluzione dalla scimmia ma non che fosse quest'ultima ad immagine e somiglianza del Creatore)!
Quello che lo lasciava interdetto era il tono della frase: - ...Ti procuro una compagnia... "Troppo teatrale - pensò Adamo - a lasciarlo fare, quello è un Tipo che con un niente ti trasforma in Santo, poi, all'improvviso, ti nega persino una mela..."
(continua)
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