Scritto da © Andrea Pozzoli - Lun, 23/05/2011 - 21:20
Ebro io
lontano tu,
oggi sei altrove
come sempre
passi leggeri
s'arrampicano,
aprono nuove vie
e si vedono là
dove le hai lasciate
Hai sempre detto;
io non sono
quel che sembro
“lassù mi sento a casa”
Un sol minuto
e avrei paura
a stare qui
senza di te
Non vederti al mio fianco,
è anche sentire la tua presenza
attraverso un sogno, perché
solo questo, posso fare, ora
Il buio s'avvicina pigro
agli occhi tuoi castani
che sanno vedere oltre
Nelle valli ottenebrate
se tendo le orecchie,
odo ancora il ballo
che danza intorno al fuoco,
e col fuoco a sposa tua
bruci la festa per la mia morte
Pietre intorno al cerchio,
incandescenti caline
e s'alzano i fumi al cielo,
t'allontani sui calli ridendo
Durerà tutta la notte,
la collera degli uomini
non si placa con la sete
da vino annacquato
Il branco avanza,
non sente l’odore
del muschio e licheni,
che rivestono il nord della croce
sei parte di loro
sei come loro
sei lupo
A porger puro
un sorso d'acqua
dalle tue mani.
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Megùn (1964-2011).
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