un’insolita parvenza di strisciante indolenza.
Ridondante follia.
Amarti è già pensarti.
Rinchiudere nei secondi che ci dividono
tentazioni a tentoni, tuoni di passione
nascosti e discosti, come l’aria
semichiusa che la tua bocca mordendosi
dispera.
E sento
come i sogni a venire i miei moti feroci
rinchiusi, la voglia mia di viverti inerte
e bramosa, di cogliere abbagli di ricordi
nelle espressioni che ritagli.
Suoni, tormenti, sordi miracoli, esplosioni.
Mentre sulla riva di un’alba arancione
confondiamo secoli a passioni
ridipingerti ancora colora tra le nuvole
insolite emozioni.
E la pelle mia avvizzita di lacrime smarrite
si riscopre terra di conquiste,
sabbia di deserti polari,
di mari aperti, e di motivi insperati
per nuovi concerti.
E forse vorrei dirti, e forse vorrei darti, e forse……
..quel pensiero a volte diventa reale
metafisica dell’essere irrituale.
E vorrei lasciare i pugni chiusi
alle inquietudini a venire,
mentre dormi
abbandonata ai miei refusi
e ai miei sospiri.
Per ritrovarmi ancora a scomparire
dopo aver vissuto quell’estasi d’amore
che il reale cede al sogno
prima di albeggiare.
Sebastiano Infantino
19 maggio 2011
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