Scritto da © Pinotota - Ven, 01/04/2011 - 19:58
Ninnato dal vento
il larice ondeggiante
emette un dolce canto d'autunno
Gli fa eco la stridula voce di una cornacchia
assurda risposta al riposo del bosco
diviso da un viale alberato.
Infastidito ormai dalla città
e dal caos delle voci che vomitano
frasi fatte e spicciola saggezza da rotocalco,
cerco ora il silenzio e l'isolamento
in compagnia della mia immaginazione
aprendo la memoria antica
dei miei sogni di fanciullo.
Cammino stancamente a capo chino
fissando le punte della scarpe
che scostano foglie ingiallite,
e la corposa fragranza del tramonto
saluta l'esangue filo del giorno
che muore.
I sogni lentamente si trasformano
in manciate di risposte che giacevano nel fondo
dell'anima.
Quanti debiti pagati alla vita
senza nessun credito
e il mio viale ingiallito ormai spoglio
senza l'attesa di una nuova primavera.
Solo il rimpianto
di una gioventù svanita
e di sogni sprecati…..
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