Scritto da © Franco Pucci - Mer, 23/03/2011 - 16:28
Ero io quello che anche lo specchio faticava a riconoscere,
che la notte litigava con la luna nascondendo tutte le paure,
e mentendo a se stesso giustificava come inevitabili gli sbagli?
Quello che guardando l’amore mai spento dei tuoi occhi
negli anni ha mistificato emozioni e disincanto urlandoli al vento
e ha traghettato la vita verso approdi indecenti con te accanto?
Ero io quello che tutte le promesse scritte nel libro dei sogni
ha venduto per un pugno d’illusioni vestite con gli abiti dell’inganno
e alla fine della recita ha bruciato il sipario per una nuova catarsi?
Araba fenice rinata spargo le ceneri nelle acque pacificate del tempo
l’immagine riflessa rimanda come in uno specchio una condivisa canizie,
i tuoi occhi incidono il vetro come diamante, sorrido e mi riconosco.
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