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Nacqui, ma non mi avvertirono

Sono nato a mia insaputa in un paesino della bergamasca, poiché quando Milano seppe delle intenzioni dei miei, pensò bene di farsi bombardare dai tedeschi. Potevano avvertirmi, però! Avrei sicuramente optato per Parigi o che so, messo alle strette, anche Sannazzaro de’ Burgundi sarebbe andato bene. Fu per questo mio essere Bastian contrario che fui ribattezzato subito “il rompicoglioni della Val Brembana”. E dire che non ho mai visto né visitato il mio paese natio, né mi sono mai peritato di farlo. Non avevano chiesto la mia opinione. Forse sottoposto a tortura avrei accettato proponendo una mediazione: modificare il nome del paese da Zogno in “Sogno”. Ma non fu così. Ergo io mi considero non nato. Mi ribello alla sola idea. Ho sempre discretamente evitato qualsiasi esibizione di documenti che comprovassero il ferale evento, ma non sempre ci sono riuscito e così cado spesso in depressione a seguito di crisi acute di identità. Lascio crescere compiacente una selvaggia e folta barba pur di evitare il confronto mattiniero con lo specchio che inevitabilmente mi riproporrebbe la crudele domanda: chi sei? No, non sei, non ti conosco, non sei mai nato, per cui non esisti. Così anche adesso dopo tanti anni fatico ad accettare il fatto compiuto. Con la discutibile saggezza dei vecchi sono arrivato a una conclusione: c’era la guerra, i miei avevano fretta e nel marasma pensarono bene di “portarsi avanti coi lavori” e si dimenticarono di chiedere la mia opinione. Cazzo, potevano avvertirmi, però! 

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