L'Instabile (o avere dei limiti, non essere limitato) | Poesia | Riccardo De Zottis | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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L'Instabile (o avere dei limiti, non essere limitato)

 Innanzitutto, scusate l'assenza, sopratutto Manuela. Non riesco ad essere un utente attivo come vorrei... Mi ero bloccato su questa poesia, la volevo esattamente come l'argomento che tratta: imperfetta :)
 
Sei nato.
Ognuno respira,
inspira col primo vagito
un po' di mondo
e si fa presente,
passato per cento,
mille vite.
                                        Tutti chiedono.
            Tutto chiede,
            tutto intorno.
 
Già domandano
quale sarà il tuo futuro.
Ah-uh! Sei tu,
piccola figlia,
fiamma: vita.
La variabile intelligente
e casuale di un più
ordinatamente caotico
universo, di emozioni
per tutti, simili e stranamente
uniche nel singolo.
 
                                     E' tempo,
                                     anche di giocare.
 
Sguazzare un po'
in deserti cittadini,
in folle di pensieri,
in auto per le vie
delle diverse società,
uguali diversità,
nella comunità divisa globale.
                     Pensa
                                                  Pensa
Pensa.
Rifletti poi sull'odio,
fatti trascinare dall'amore,
brucia come benzina,
consumato violentemente
dalle esperienze;
evapora e filtra
ogni altra cosa.

Pretendi da te stesso;
uccidi, ruba, stupra: potresti.
Salva, dona, accarezza: potresti.
Cosa fa di te, qualcosa di migliore?
Una morale, scelta iniqua
che tutti si impongono?
Cosa ci differenzia sul serio,
se non l'accettare,
chi più, chi meno
il ruolo nel mondo
della propria volontà?

Vulcano attivo: getti basi,
lava fluida, solida
su cui innalzare
nuovi io, tremule rocce
a sostegno del più grande camino,
incandescente, dell'esistenza.

 
                                               Ehi, stai vivendo.
E' sembra già tardi:
toc-toc! La senti,
la sorella che hai lasciato?
Non temerla, è sempre là:
ci hai convissuto per anni,
proprio ora che è tornata
vorresti inutilmente
fare il cattivo padrone di casa?
                                                        Oh, guarda
                                                        il sole.
Oh, osserva
la luna.
                                  E le stelle.
 
Messaggero ingrato della natura
per dar voce a tutto:
credevi d'esser su due gambe,
essere superiore?
Fortunata e casuale, 
sufficiente necessità.

Di pari dignità.
Incontra ognuno, ogni cosa
ogni tattile o labile memoria:
è tutto pareggiato intorno,
è impossibile cambiare il conto.

Pronunciamo tutti: io.
Diciamo: tu.
Spesso lasciamo in parte voi,
in fondo un po' noi,
per loro, come io,
come te, come tutti:
uguale a zero, né primo
né ultimo: centrale.

Piccolo "io", memoria per molti,
l'instabile, vela grigia
naufraga al largo,
trova equilibrio e un lido,
solo per perdersi ancora,
ritrovarsi mille volte:
cambiati, solo nel vestire,
negli atteggiamenti,
nelle case dove si vive.
                                           Speranze, sogni,
                                           desideri, obbiettivi.

 
Non si possono esprimere
in una riga:
ma in un verso,
universale a chi si ascolta,
ve le dico umane.

Ognuno diverso,
non diversamente vale,
fortunatamente si distingue.

Ci si può chiedere:
chi sono io, in confronto a tutti?
chi sono tutti, in confronto a me?
Non ha senso far equivalere
due grandezze identiche.

Io, tu, lui
chi siamo?
Puff! Racchiusi

in un guscio umano!
 

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