Scritto da © Franca Figliolini - Mer, 26/01/2011 - 23:57
non dimentico: ricordo d'essere stata ebrea, zingara
o forse omosessuale, comunista.
sterminata, comunque. comunque numerata
dietro al paradigma del filo spinato
tatuata, rapata a zero, prostituita, resa cavia
ricordo la neve, il freddo, la fame, il fango
il camino e il fumo bianco
i cani e gli uomini ringhiosi, la cava di pietra
gli elenchi e i centesimi
della semplice contabilità della morte di massa
ricordo gli occhi collassati in se stessi
la carne piagata, le ossa
la ferocia, oh, quella ferocia così banale
la paura e il desiderio di morire
ricordo di aver bruciato mia madre in un forno
spalato le sue ceneri
di aver buttato mio fratello in una fossa
e sognato di diventare kapò
ricordo tutto, sì, tutto. ma ascoltami, ora, qui
non c'è più l'ala tragica della morte
: sono i tempi del vitello d'oro, perché qualcosa
bisogna pur adorare
ahinoi, di quanto tace la ragione e la memoria
in questa terra di desolata allegrezza
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