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Lame della memoria

Muto al tramonto osservo pensoso
la passata giovinezza dove lanciavamo grida nel mattino.
Al solo pensiero questo vecchio cuor, ormai privo del giovanile battito, sfido.
Cosa sarà rimasto dei sorrisi farabutti e quanta luce ci sarà ancora in quegl'occhi di canaglie?
Ormai saranno miopi e quieti nell'attesa dell'inverno.
Ah, ma che bellezza quando si camminava nel sole,
spargendo nuvole di fumo da una sigaretta mai comprata,
sfidando chiome nere e ribelli.
Ora ci rimane solo la tosse.
Il tempo si è preso quei vivi colori lasciando uno smorto argento a consolarci.
In quei giorni correvamo verso le rive dei mari,
<<Viva l'estate!>> Gridavamo alzando sabbia rovente,
pregustando già la festa per la sera, ma alla sera non c'è festa,
solo nostalgia,
che non viene vinta dagli anni come il resto, anzi acquista vigore.
In quegli splendidi maledettissimi tempi,
non c'erano sonno né stanchezza alcuna.
Giorno e notte erano per noi solo luce e buio
nel parco giochi del mondo dove il tempo,
alleato volubile, ci dava pacche sulle spalle.
Mentre m'immergo fra le lame della memoria
sento una voce dire <<Imboscami che le ragazze se l'ammoscano>>
Con quelle parole compravamo po' di sicurezza alla macchinetta della farmacia
una sicurezza trasparente e rotonda che nell'attesa del pericolo
ci esaltava più dell'azione.
Quanti profumi abbiamo toccato con mano?
Quanti sapori si sono mescolati nelle nostre bocche?
Abbiamo urlato così tanti nomi in quelle notti piene di luce
e desiderio da rimanere senza fiato.
Quando le nostre dita scivolavano su pelli di velluto per impigliarsi in ricci di seta,
dove le nostre labbra impenitenti,
baciavano pance rese caramellate dalla tintura del sole e uno improvvisava canzoni con corde poco accordate.
Eppure quelle chitarre mezzo crepate suonavan più d' un concerto,
e si scioglieva l'anima nel bianco o nel rosso portato da un amico più grande.
E subito dopo, ancora l'amore con loro,
che ci guardavano con facce da gatte lasciandoci sulla schiena qualche segno di graffio.
Ma ora distolgo lo sguardo, non c'è più sole, né musica e baccano,
c'è solo un silenzio marrano che ferisce le orecchie,
 ora che il nero presente riacquista colore e il passato sbiadisce in queste ultime ore.

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