Scritto da © Anonimo - Mer, 29/12/2010 - 22:13
(a Francesco Anelli - come per gioco gli auguri)
Guarda, ho il labaro dal tuo nome
fermo all’anagrafe nel monitor
Come tutti i mattoni porta in grembo un peso
di cultura della terra una certa statura
eppure non distingue ciò che regge
regge e basta il suo groviglio di travi.
E’ un solaio di splendore la volta del petto
che non ti vedo
Guarda, ti darei ogni mia leggerezza
sottostante il respiro di un ciclamino, la soglia
intricata dei favi, il giro raggiro di pollini
la tenda sorteggiata dall’Ostro, l’onda d’aria
che moltiplica il suo fresco sulla fronte
Ti darei più di un solco
per ogni seme che mi aggiungi.
E’ sontuoso il tuo nome nel bianco
e s’agglomera con neri cristalli
liquidi nel mio occhio
ancora.
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