Scritto da © poetella - Ven, 10/12/2010 - 21:41
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Cordame che traina, strattona,
quest’attesa violacea
(progetti meticolosi, niente trascuratezza)
- siamo adulti. C’inventiamo
una certa attitudine alla saggezza.
E guarda quei platani in fila, che pazienza. Verso l’inverno.
Che sia questo esercizio a sfiancare, malevolo, la mia quiete?
Fittizia?
Occhielli e uncini e mani spellate
È un cercare approdi appigli
in vetta a pensieri ricordi
colati di dosso,
succo aspro di melograno.
Ma dove me ne posso mai andare, mani in tasca
o come pellegrina
zavorrata di domande, dove?
E Santiago è lontana con le sue crociere e le volte
Così lontana.
Forse
sprofondata, risucchiata, sbriciolata
mentre avvampano d’esplosioni i miei cieli
di come si fa
come si fa come si fa a non sentire
bruciare questo chiamarti senza eco
- vivi serena, intanto, hai detto una volta
che il bello è ovunque.
Come si fa?
Certo, i valori ematici, per adesso, paiono buoni.
E niente impazzimenti linfatici. Tanto meno cardiaci.
Solo qualcosa agli occhi (basterebbe un tuo bacio?)
che sembra voler tracimare. Scavalcare la soglia ombrosa del verde.
Che sarebbe anche uscito il sole, guarda!
Come un’epifania
…
…
…
(by poetella)
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