Si può rappresentare la reale dualità del connubio fra corpo e anima generato da Eros? Chissà. Ognuno però potrà rincorrere l'anima sua e lì immergersi, nella dolcezza o nella malinconia.
Corpo e Anima: Elementi indissolubili, talvolta in conflitto, ma che possono esistere soltanto in un'unione che poi diviene l'essere, la persona.
Il verso di Saffo sembra condurre a questo aspetto interpretativo della dualità-unione dell'essere umano, inserito in un contesto ricco di elementi naturali. Questa scelta non può essere casuale e conferma l'importanza e l'incidenza che il nostro ambiente naturale ha su di noi e sulle nostre percezioni.
affeziona il dolore illuso d’aurora.
in penombra di me fin dietro le labbra
piegati dal vento di bufera
alberi con foglie vive fatte con cataste di parole
resistono, invisibili.
Tintinnano legate ai rami, le lamine d'oro
impresse a fuoco dalle nostre immaginazioni.
3-Sono aquiloni gialli i canti di pupille
riscaldano di fiati il cuore che suda
braccia come lacci stretti a silenzi
piango di felicità o disperazione
4-è un pianto che rigenera tessuti d'amore
mossi da empatiche note di rugiada
sfiorano l'incarnato
nella cadenza di nuove vedute
ampliano iridati bagliori
sull'ambra estasiante a fior di pelle.
5-si desta il giorno
corre lo sguardo intorno
son scintille i pensieri
son balocchi i desideri
rido all'avventura
di un'altra pagina vergine
6- Dentro laconiche giunture disperazioni
s'inarcano sgretolandosi supinamente...
E fiati palpitanti trasudano senza speranza
nel viatico del nostro amore...
Donde esalerò il respiro ritrovato nel tuo
sguardo?
Riporrò ultima speranza nel laccio del mio
abbraccio e con esso ribacerò tue labbra
vogliose...La mia felicità sarà quel tuo
riflesso che s'allontanerà sorridendomi...
7-nel passato che s'affaccia
su cancelli limone
il lampo e il tuono
sono il tuo respiro
come ultima bufera
la danza delle mani
delle bocche a cercarsi
8-piripì piripì parapà
sembrano sciocchi questi suoni
è invece una voglia
che si scatena impotente
a poterti
sepolto, di testa
accusare di sensi
Era vento leggero o cruenta tempesta, Eros,
che ho guardato negli occhi fino a ferirmi.
Poi
dietro le palpebre la distesa di un prato,
accanto lo specchio del lago, fremente appena alle spire del sud
qualche cirro nel cielo
e l'anima mia, nel nitore del bianco, che lento si apre.
13-e in quella notte palpitante di te
riaffiorano stupefacenti sommosse
ammalianti invadenti tepori
su papille rimbalzate
nell'estate struggente
che infonde follia
in un gioco controsenso.
14-Di corse, salti, passi, parlerà l'arsura
una palla infuocata
nei cieli
il carro di Febo
di pomi, di fronde
di agguati, sorrisi le tracce
sonagli di pace alle cime
Le incaute solitarie parole
distese, come muschi
ai tragitti
15- Quella malinconia fosca...
talvolta ricorrente nei tessuti del crepuscolo
attenua fragilità d'amore
nelle sfumature di vissuti languidi sulla pelle d'oca
s'inoltra in armonie d'eterno
sfiorando attimi lievi, ma indimenticabili
che segnano i pensieri.
al sole caldo dell'estate
la tempesta silenziosa
si fa intreccio di mani
e bocche e labbra
turgide al tatto del fiato
sopra i muri scrostati
di Agosto
18-Sensi anelanti umidi languori
pelle incantata da note di luna
sul muschio l'afrore
di pelle in delirio
mani avvinghiate ai capelli
tese nello spasimo le membra
labbra infuocate gridano amore...
Giacciono i corpi
pulsanti e vinti.
19-Trasuda la spira
di virginali promesse
danzando soave
sulla pelle fremente.
E' terra fertile di passione
il corpo al suo tocco,
e a lei s'affida,
cede e s'abbandona.
e del tuo respiro mi nutro
Molecole incancellabili
addosso ai miei pensieri
frecce che fermano il cuore
mentre scivolo lentamente verso te.
21-e ancora mi abbandono
e sento la dolcezza di un sorriso
petali le tue parole
e forti le tue mani tra le mie.
Sussurri e piccoli segreti
che rivestono lentamente il mio cuore.
22-e in quell'abbandono
si mescolano i fiati
accorciando le distanze
mentre la voce sibillina
trapelar fa il non detto...
scavalca il mio oltre
nel tempo di luce
23-Emozioni latenti che fuggono,
ricordi sopiti che avanzano
fremendo e sbuffando.
Fragili imperfezioni
si sfaldano e poi si rinsaldano
lasciando segni indelebili
lungo le crepe dei cuori.
ridanno vita agli abissi
pareti perlacee
che scelgono granelli di sabbia
nutrendoli come madri
di succhi di luna
sul vialetto poggiano ginocchia
in attesa di conchiglie
l'abbaiare dei cani
il vento del nord
e la mia sete sulla pelle
27-A sud del tuo nord
la fonte placa
la sete
della nostra idolatria.
Abbeverarsi, là,
non è pretesto
che scaccia lo sconforto,
né l’assenza
colma i suoi vuoti.
.
A sud del tuo nord
lo spirito
non resta intatto,
lontano
dal rogo estremo
che consuma la carne.
Le gocce cadono
sull’odore di bosco
che punge l’aria
cogli aghi dei pini.
.
Là dove legai
le pene d’amore
coi centimetri di corda
del mio intelletto.
Là come Frine
sgorgasti eloquenza
e sapiente sedasti
con la mente,
l’arsura del mio corpo.
Perché ho ancora sete?
.
Non c’è una scadenza
per bere
ove inzuppasti la gonna,
sul tondo dei sassi.
Di Taide
la Porta della Luna,
è bettola da marinai.
Là il sorriso cinico e beffardo
è scatola di cenere
per monologhi
sull'amore indifferente.
.
Entrano nelle fibre,
s’attaccano alle ossa
e vengono risucchiati
dalla vanità del fumo.
Il rintocco del mezzodì
taglia l’azzurro
sotto la chioma rada
dei pini marittimi.
Là,
a sud del tuo nord.
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