Scritto da © ariele57 - Ven, 26/03/2010 - 10:31
nell'attesa tua, giaccio spossata...
...su fogli strappati da denti cariati, su veleni disciolti. Oh Pin...
non c'è ancora odore
di verdi mandorle, solo di licheni
muschi,ombre.
(allora sugli angoli poso polvere)
eppure ruggisce primavera
e nei ricordi del cuore
nascono nuove gemme.
fragili, scosse,
sono esili,pallide, ma germogliano.
certo amano sfidare gli eventi
perché possiedono intrisa
la storia di antiche vite.
ma reclamano aria pulita
condita di raggi
per rinvigorirsi.
(mentre i pensieri d'anidride nascosta
bruciano incessantemente ossigeno).
penso non sia giusto chiudersi
su campane di vetro per difendersi.
malgrado sia su duri ematomi
giallo-violacei,preferisco
il rischio di rompermi
che lo stallo d'esserci.
in due, Pin
c'è sempre stampella e appoggio,
ed ora che sei qui,
di nuovo fiamma, ti dico...
che sono fusa.
e prima di rincominciare ad aprire di casa, porte e finestre,aiutami
a ripulire l'intero complesso.
curiamolo insieme,osserviamolo
amiamolo.
questo poliedrico involucro c'invita ad entrare, è un labirinto il nostro tempio...
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Scritto da © ariele57 - Mar, 16/03/2010 - 21:33
su un terreno instabile sogna
ecco pin quello che
natura umana sogna
quando non sente
terreno stabile,
vorrebbe calzari alati
per rendere meno
faticoso il tragitto.
perciò metto la punta
fissa al suolo
come un cippo segnato,
ed il tacco sollevato
per sentire
il tracciato del vento
perché
cosi si fanno più
vicini agli occhi
intrepidi gli avventurieri
calzanti che volano
su spine e rose...si...
voi piedi
mai stranieri sarete
tra i sassi del suolo patrio.
mie radici mobili.
passeggeri ,avete
in voi riflesso
un mondo d'emozioni
su di un piccolo o lungo tratto.
da soli reggete le fonde
del mio castello
natura umana sogna
quando non sente
terreno stabile,
vorrebbe calzari alati
per rendere meno
faticoso il tragitto.
perciò metto la punta
fissa al suolo
come un cippo segnato,
ed il tacco sollevato
per sentire
il tracciato del vento
perché
cosi si fanno più
vicini agli occhi
intrepidi gli avventurieri
calzanti che volano
su spine e rose...si...
voi piedi
mai stranieri sarete
tra i sassi del suolo patrio.
mie radici mobili.
passeggeri ,avete
in voi riflesso
un mondo d'emozioni
su di un piccolo o lungo tratto.
da soli reggete le fonde
del mio castello
instabile.
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Scritto da © ariele57 - Mar, 16/03/2010 - 18:29
si liquefa
girotondo di primari
complementari
sfumature
e naturalmente
tento
di restituire
l'incanto
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Scritto da © ariele57 - Dom, 14/03/2010 - 17:00
su te, pin.
abbasso riconoscente
la fronte...
scrittoio d'arie.
la nobile pagina,
che raccoglie note,
dove è sita
l'umana, interna, vite.
e su righe ti racconto
la profondità dei miei sentimenti
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Scritto da © ariele57 - Gio, 11/03/2010 - 13:13
ti vengo incontro
per sfuggirmi .
tiro a secco
le radici
tagliandone
le punte e pronta
soffio sulle piume ,ferme
poverelle, languono
da tempo,
è ora di darle fiato.
lo so attendi,
non hai messo in dubbio
che sarei ritornata, e
spalanchi lo sguardo
e allarghi il petto
per accogliermi.
sai del mio desiderio
di pausa.
scaldo per te
la voce del silenzio e scrollo
con te
l'ombra di una nuvola
al passaggio.
prima del viaggio eseguo
un compito scaramantico
ginocchia al petto
mi guardo i piedi
che scalzi gongolano.
aranujez
ti vengo incontro
per sfuggirmi .
tiro a secco
le radici
tagliandone
le punte e pronta
soffio sulle piume ,ferme
poverelle, languono
da tempo,
è ora di darle fiato.
lo so attendi,
non hai messo in dubbio
che sarei ritornata, e
spalanchi lo sguardo
e allarghi il petto
per accogliermi.
sai del mio desiderio
di pausa.
scaldo per te
la voce del silenzio e scrollo
con te
l'ombra di una nuvola
al passaggio.
prima del viaggio eseguo
un compito scaramantico
ginocchia al petto
mi guardo i piedi
che scalzi gongolano.
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Scritto da © ariele57 - Mar, 09/03/2010 - 22:07
siamo allievi pin
...giocolieri di vita
inesperti di fato,
ma non usiamo
nessuna gola profonda
per intenderci.
entriamo uniti
nelle finestre dell'anima
attirati dalla luce.
e poiché mi avanza il fiato,
dammi un secondo
e t'illustro
seduta stante
come vedo io
quei due fari
...gli occhi...
sono ombreggianti fasci
d'ali senza respiro.
sul vasto palco
vedono flash
su allucinati colori
e movimenti prismatici.
ma un punto è a fuoco
sempre...due testimoni di vite.
e se una carezza li blocca
sorpresi
illuminano la notte.
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Scritto da © ariele57 - Lun, 08/03/2010 - 11:18
sa die chi unidi (la giornata che unisce)
no a casu ses costadu
tue sei pane e uste
tue ventu chi jughes
in sa ianna verta
non a caso costola
tu sei pane e bastone
tu vento che scorta
in una porta aperta
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Scritto da © ariele57 - Sab, 06/03/2010 - 00:07
i pensieri si formano
ed in pensieri di ogni genere si formano
di momento in momento grigi palpiti.
oggi Pin, sono ombra su ombre
con nebbia di contorno,
I rumori del quotidiano tra tran
m'infastidiscono..
Fuggo per non riempire tasche
d'aria fetida.
sola e triste mi rifugio
dietro il palco delle idee,
in comiche o tragedie
facendomi doppio attore.
vorrei essere o non essere.
ho tra le mani un teschio, vedermi
osservata da quelle orbite vuote
non mi spaventa.
ne vedo il tempo lupo
che ha consumato i suoi tratti.
è insito sulla mia memoria timbro
per riscoprirli,ma c'è questo
velo nero che schernisce.
sento sotterranei fiumi
che ribollono e per placarli
m'infilo sbieca sulla cruna dell'ago
anche se so che
la sua punta ha bucato la certezza.
ma sono ancora e ancora
filo di costanza
che vuol cucire
la ferita troppe volte aperta.
perchè anche con vela rattoppata
varcherò
a fil di vento l'orizzonte
dove la libertà sempre chiama.
ecco ragazzo mio la risposta...
nel mio mare di tristezza
navigo conscia che la vita
è continua scoperta.
ma dopo questa sofferta traversata
poggio tremanti le mie orme
a terra ,attirata dallo stupore
che riflette quel luciccore d'amore
che scivola sulle tue gote
si svenano improvvise
le paure bianche.
e sul vermiglio
accompagnano
un battito innamorato.
ecco scende una curva di sale
e luce sotto l'occhio dell'innocente
di
quel ritmo di risacca sciocca che s'accentua
di momento in momento grigi palpiti.
oggi Pin, sono ombra su ombre
con nebbia di contorno,
I rumori del quotidiano tra tran
m'infastidiscono..
Fuggo per non riempire tasche
d'aria fetida.
sola e triste mi rifugio
dietro il palco delle idee,
in comiche o tragedie
facendomi doppio attore.
vorrei essere o non essere.
ho tra le mani un teschio, vedermi
osservata da quelle orbite vuote
non mi spaventa.
ne vedo il tempo lupo
che ha consumato i suoi tratti.
è insito sulla mia memoria timbro
per riscoprirli,ma c'è questo
velo nero che schernisce.
sento sotterranei fiumi
che ribollono e per placarli
m'infilo sbieca sulla cruna dell'ago
anche se so che
la sua punta ha bucato la certezza.
ma sono ancora e ancora
filo di costanza
che vuol cucire
la ferita troppe volte aperta.
perchè anche con vela rattoppata
varcherò
a fil di vento l'orizzonte
dove la libertà sempre chiama.
ecco ragazzo mio la risposta...
nel mio mare di tristezza
navigo conscia che la vita
è continua scoperta.
ma dopo questa sofferta traversata
poggio tremanti le mie orme
a terra ,attirata dallo stupore
che riflette quel luciccore d'amore
che scivola sulle tue gote
si svenano improvvise
le paure bianche.
e sul vermiglio
accompagnano
un battito innamorato.
ecco scende una curva di sale
e luce sotto l'occhio dell'innocente
di
quel ritmo di risacca sciocca che s'accentua
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Scritto da © ariele57 - Gio, 25/02/2010 - 21:18
oh mio pin
diventiamo microscopici ,nei ,
catturati da un battito di ciglia,
al di qua di quelle palpebre
nel niente di fatto ,nel nulla.
nel complesso specchio usurato
ma di miracolo fornito.
Qua irideo filma e trattiene in sé
ogni dettaglio.adesso so
perché ogni qualvolta poso
lumi,ogni posto é casa.
sta dentro la stanza
dei libri illustrati,
in ogni nostra pagina
la risposta,la vista.
attento, sei dietro una lacrima
spostati,
lei ha urgenza
di raggiungere la vita.
pensa mio caro che dolore
e gran disgrazia sarebbe
se non potessimo sfogare
questo interno mare, in gocce
catturati da un battito di ciglia,
al di qua di quelle palpebre
nel niente di fatto ,nel nulla.
nel complesso specchio usurato
ma di miracolo fornito.
Qua irideo filma e trattiene in sé
ogni dettaglio.adesso so
perché ogni qualvolta poso
lumi,ogni posto é casa.
sta dentro la stanza
dei libri illustrati,
in ogni nostra pagina
la risposta,la vista.
attento, sei dietro una lacrima
spostati,
lei ha urgenza
di raggiungere la vita.
pensa mio caro che dolore
e gran disgrazia sarebbe
se non potessimo sfogare
questo interno mare, in gocce
sull'esterno prato ,su di una viola mammola.
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Scritto da © mondoamfortas - Ven, 19/02/2010 - 19:40
udire ...
È l’anima che scorge
quel pensiero del mattino,
mentre una goccia di pioggia incessante
lo bagna.
Un solo corpo nudo
che cammina nelle ore
cosparse di minuti,
di secondi,di attimi bruciati,
in quello spazio tempo.
Un volto pieno di espressione
che porta a ciò che era
e non a quello che sarà,
mentre un cavallo tira
un carretto pieno di speranze,
illusioni,sogni,
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