AnonimoRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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blog di Vanessa Solimando

Arte

Se la Signora m'obbliga ad alzarmi
che quasi dormo e sono altrove
non mi resta che obbedirle e scrivere.
Ora pare aver tempo per me
non posso negarle il mio amore
prima che m'abbandoni.
Se sposarla giovasse a tenerla qui
direi un milione di sì
e resterebbe.
E' libera invece di andare e tornare
con preziosa andatura,
 di tutti e di nessuno
è una nota o forma pura,
parola e colore,
magari pensiero che in cerchio si compie.

Compromessi

Mi vien da ridere
e non mi trattengo
quando il gioco delle parti ha inizio.
Per non parlare del suo farsi,
quasi non respiro
e le mani vanno da sole
a coprire il riso colpevole.
Ci sono sere che il teatro
non esige il biglietto
e lo spettacolo d'ottima fattura
chiede un' unica moneta.
E allora recito
ché è necessario
e recito ancora
ché di esser diversa
ci sono sere
che proprio non ho la forza.

In cucina

Qualche giro di mano
-seguo sempre un verso-
nel vortice morbida crema
rivive.
Nel giallo immagino il sole
e profumo d'agrumi e vaniglia,
il desiderio di carne e calore
s'informa del menù.

Roccia mi farei

Con le mie chiacchiere
di solito mi trastullo
mi tengo per mano
e me ne vado camminando,
la testa rotola via
 per campi ebbri di pioggia
poi riposa
e intorno ha il sole
pigro sui pendii.
E a volte roccia mi farei
che sicura se ne sta
e guarda vita e morte
da lontano,
pietra che superba
nulla chiede e nulla vuole.

Lotta intima

A tratti ti urlerei 
vita mia
di riprendertela
quest'anima stupida
che àncora al sogno
i bisogni del corpo.
E dorme
nelle ore che sai
e mi lascia seduta
quando vorrei correre,
mi obbliga all'ozio
e pretende ch'io resista,
sempre.
Non resta che darle
quel po' di veleno
di tanto in tanto
e farla tacere.
Ingannarla no
mai potrei
ché esistere non mi basta mica.

In omaggio al mio compleanno

Scrivo di notte,
la più lunga dell'anno
mi vide per prima
e fu presto amore.
Ogni tanto nasco
ancora quasi come
la prima volta
e smarrisco.
Accade ch'io mi perda
e giochi un po'
ad inseguire i venti
ingorda e spettinata.
Torno liquida
a dormire su candore amico
e a volte accade che
parli e pur convinta
mi senta vecchia.

Questione di civiltà

Lasciatemi qui
dove sola me ne sto
a intrecciare parole e respiri
e attendo il finale.
Se triste mi mostro
e di malinconia mi vesto
riprendetevi le maschere
e tenetevi pure gli abbracci.
Il dolore nessuno lo vuole
ma di quello viviamo
quando non ci appartiene,
beh il mio non lo dono
ché è mio soltanto.
Non inquinerò il mondo
se di mio darò solo i versi
e allora che non inquiniate me
pare una richiesta civile.
Fin troppo umano è vivere
senza doverne raccontare
i più infimi particolari.

Sete

Magari mi piace anche
esser per te acqua da bere
e scorrere che ancora dormo.
A volte m'increspo
e cresco
e ingoio tutto.
Pure te.
Eppure lo sai bene
che qui ci puoi venire
quando diventi liquido
e in affinità beviamo.

Applauso.

Fatica e affanno
scaliamo montagne
affinché qualcuno
ci dica
che siamo bravi.
Terribile la bravura
forse temibile
di certo lusinga.
Mai rido tanto di me
come quando
consapevole o meno
rincorro l'applauso.

Vincitori e vinti

Da queste parti 
c'è bisogno di luce
magari di calore
e un po' di cioccolata.
Forse l'inverno tornerebbe
così sui suoi passi
solo un poco
e basterebbe per vivere.
Quel che avanza
del resto è poca cosa,
la questione troppo spesso
si riduce a scremare
vincitori e vinti.

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