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Controsole

Dirai che danzi
i tuoi lassù son nudi
che è segreto di penombre
il bosco coprirà gli spasimi
 

E pecché duvive fa 'o piscatore?

Introduzione
" E' l'ora di perdere per sempre l'innocenza: questo stupore delle creature che ancora non sono riuscite a caricarsi della memoria del mondo al quale sono nate "
Francisco Urondo

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Gli alveari

Millequattrocento

Spero sia la tua pelle a fremere se mi vibra l’sms in tasca
devo pensare all’autostrada, l’aria, i cd

Il grande fiume Oceano

A chiedermi
qui
che ignoro il volo delle rondini
se torneranno
terza riva dove l’imperio è solo

34- Vite gobbe

Sospirano le nebbie
dolendo il fine inverno
filano bruni
come una penelope

Il nostro si che è stato un coupe de foudre

Mi tocca dirglielo. “Smetti di toccarmi altrimenti non riesco a pensare ad altro”.
E’ emersa un’intuizione e se non la fermo subito su una memoria perlomeno provvisoria le toccherà non solo di tornarsene a casa, cioè inabissarsi di nuovo nei meandri polverosi della memoria principale, ma divenire una povera cosa inutile.

19- Cola da un cielo terso

Cola da un cielo terso
rugiadosa
 
nei nidi di settembre implumi
ritorti noi

Di testa

Boris si svegliò di testa, quel mattino. Forse l’aveva sempre fatto, pensò, poi non ne fu più così sicuro. Ad aggredirgli quella certezza, infatti, scaturì immediatamente dalla sua memoria un ricordo: palpebre sferzate seccamente da un raggio traditore, del sole filtrato dalle tapparelle nonostante egli curasse, ogni sera, di abbassarle completamente.

Che i muri colassero colori

Che i muri colassero colori
i rossi di tutti i mastelli, le doghe fuse sporgenti e bucate
in un tramonto spumeggiante di acini,

VENE seconda almen, o della Vecchia Carampana

 
Il 4 settembre appariva, sui tipi della Stampa sezione Tutto Libri, un articolo di G.

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