Cammin intralciato
Mi abbandonasti così,
in un limbo
in un oblio
in una prigione d'agonia
Il mio cor giace inerte
palpitante sol nella su' oscurità
sol che per te
Infrangesti codel ventre
di sogni e progetti che facemmo,
e m' abbandonasti così,
agonizzante in terra,
fredda come neve
e dissanguata del mi' amore
Dopo co' tante gioie
dopo co' tanta passione,
desideri o Tu,
la tu solitudine,
com' un re capriccioso
voglioso di mirar
tutto come gli aggrada,
le su' volontà,
facendo soffrir la su' amata
Ritorna su li tuoi passi
mio amore,
mio odiato amore,
non abbandonar colei che mai potrai aver più.
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Soffio del fato
Soffio impetuoso, su l’angosciosa vetta
inchinate a lui, serve, son le alte fronde
inciso ed improvviso, come l’accetta
miete l’incanto d’un tempo senza spazio
Danzanti for da la lor culla, cadon giù
i puri figli nella bufera sua
in un dolce turbinio di decadenza
Scaturenti in voi o sciocchi, desii al più;
pur la morte sboccia da la furia sua.
Soffocante, tormenta, è ‘sì la su essenza
Ribollir di sfida cova ‘d aspetta
pe’ color ai quali timor non infonde
pe’ gli altri, creator di tomba in su la vetta:
Mirate e godete il portator di strazio.
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