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blog di Stefania Stravato

Laggiù

come un urlo, la memoria
distesa 
agli orli di alba, è ghiaccia
e melma, di troppi sogni
che il fiume ha cantato e
rinnegato, prima
del salto
 
laggiù
che, si apre

Camminandoti, accanto

e mi chiedo perché
camminandoti, accanto
sono di polvere
le notti
 
e l'albe, strette 

All'incontrario di baci

dove
sta aperta la ferita
nel cuore del melo in fiore,
il blu si consuma
all'affanno del vento,
che si rovescia
e all'incontrario di baci

Da sera a sera

nemmeno un'eco 
che ricordi

La spina di un bacio lungo

in cima al nero l'altra notte
e di schiena al gelo
ti ho pensato
fissando la pietra
che tremava del tuo respiro

Ti ho amato

 
a gocce perfette, cavate
da pietra di neve
ti ho amato, di vero
 
sulle vette, franate nei fondi
di notte, dove albergavano
ombre piumate, in fuga 
di fuoco
a sciogliere i cristalli

A memoria

 
ho rose di ghiaccio stanotte
sul cuscino abbandonate
a salirmi a memoria il respiro

Solo una goccia di pioggia

È quasi l'alba

Le stesse dell'inferno

e a naufragarmi 
m'arrendo

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