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blog di Stefania Stravato

Gli amanti

Sulla terra, nera
stanno gli amanti
distesi, ubriachi di pianto

Di fiori, o giorni che non si aprono mai

È sempre lo stesso il cielo
e ancora si  rovescia
a lampeggiarmi rivoli di scuro
in forma di spade

Di pelle nuda, illusioni e possenza d'ali

E poi 
nei luoghi dell'alba
potremmo lavarci la pelle 
dall'odore di buio e 
specchiarci

Ci sono notti

Ci sono notti
che ancora

Non stupirti, se ogni tanto

 
ebbi soste, nude
d'aria
nell'assenza e
giostre, di fughe
cerchi, imperfetti
i miei occhi che, spiavano 
il sole, addormentato
sui soffitti
 
non stupirti

Di un figlio e metafore d'albe

aspetterò qui,
che ti soffro e sulle labbra 
il verde di germogli,
che ancora ghermisce
presagio di primavera
 
mi è memoria 
la voce,
nell'oblio di un urlo 

L'agonia delle stelle

Siamo all'ombra di un cielo proibito, amore
a raccogliere rose selvatiche
su rupi di ghiaccio.
 
Dov'è il sentiero di sole
che ondeggia tra le orme del vento
e negli occhi degli amanti?
 

Tra la caduta di una stella e un lampo di sangue

quanto tempo ancora sospeso
tra la caduta di una stella
e un lampo di sangue che taglia il chiaro d'orizzonte
 
ad ubriacarmi gli occhi di neve nera
 
là dove posso distendermi nel dolore di una ferita
che apre un abisso nel cielo.

Gli occhi qui, a tremare di cielo, i voli

di faccia, al canto 
di marea gli occhi, qui
fronda di ciliegio, che smuovi:
a gocce, oblique
alla schiena nuda che

Il senso e il richiamo

riconosco la vena, l'onda
e la corda di violino che ancora suona  
il senso e il richiamo 

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