blog di sid liscious

Pure io ultimamente m'arrampico, su torri e palazzoni in centro, allo scopo d'avere ampie vedute e mimare "aria" di montagna.

I rami alti del pino marittimo catturati dal raggio parallelo del tramonto.
Le loro scaglie di corteccia che diventano mosaico di luce, riflesso e colore.

Mi sono messo seduto su un sasso, Fabio.

Se cercate la poesia guardate quei barconi alla deriva.
La vita che va in cerca della vita, non che la descrive.
La rivolta al destino, non l'accettarlo divagando.

Là nella sconfinata foresta del Bengala.
Là in un posto isolato e difficile da raggiungere.

Anche i cimiteri ci hanno sottratto.

Non c'è più rispetto nemmeno per le creature delle turbative popolari.

Credo fu "il cameriere di Siviglia" che m'indirizzò dalla "burina" "una notte sul ponte caldo".

Nel reame cerebrale dell'individuo increspato le stelle si spogliano facilmente, il fuoco pavoneggia suo padre e succede sempre al settimo disaccordo.

"Usa" e getta

 

In the bighinning un re di un tal qual stato viveva sempre in ansia e mai spensierato.