AnonimoRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

blog di Rosario

Harem

Un branco di foglie
nell’harem del vento
volteggia veloce
in un vortice folle

Degli alberi spogli
e nei rami traditi
v’è un pianto notturno
di neve lì intorno

 
E s’attende con speme
una nuova stagione
non la prima ma vera
storia d’amore

Flatlandia

Puntini
puntati su un cerchio

che cercano in linea equilibri
ritornano indietro girando
gridando
lì avanti c’è il mondo
 
Minuscoli
microbi in globo
che guardano minimi istanti
si senton potenti nel tempo
perdendo
il fluire e l’amore
 
Ci studian
scienziati in vetrino
stendendo ci svendono lenti
creature da laboratorio
siam cavie
d’un Dio che ci osserva
 

Lettera dall'uomo antico

Miei eredi eruditi
forse un dì m’udirete
quando andrete in divise
età ed identità

E recise saranno
quelle liane di Dio
e con le vostre idee dome
voi cadrete cadaveri

Io son l’uomo antico
il tutt’uno in natura
un infante ignorante
ma all’amore credente

In grandine sguardi
siete voi sassi impressi
fissi e a forma di soldi
e d’affetto infingardi 

Le cose della vita

A volte le cose funzionano bene
Altre volte funzionano male
Ed ogni tanto non funzionano affatto
A volte le cose funzionano
ma noi non le vediamo funzionare
Altre volte seppur funzionano
noi
per la dannata voglia di non farle funzionare
fingiamo non funzionino
A volte le cose si rompono
e noi
purtroppo
non sappiamo ripararle
o non sappiamo come aggiustarle
E non ci sono tecnici preparati
o sono solo usurai
che ci prendono tutto
senza lasciarci nessun accorgimento

Le cose
come le relazioni umane

Il mio ripostiglio
colmo di ricordi assopiti
non s'assottiglia
perché
per quanto io possa ripulirlo
s'aggiungono
sempre anime
che non ho saputo riparare
o non ho potuto
e voluto
lasciarmi rompere
Il mio ripostiglio
che da bimbo mi sembrava ampio
spazioso e gigantesco
ora col tempo manigoldo
ha assunto sembianze
d'un magazzino in disordine

Tutto quello che sei

Tu sei il finale giusto
di ogni mia scena
L’inizio
di ogni frase che finisco
e non conosco
Tu sei il mio bosco
dove camminano
tutti i pensieri miei
tra temporali brevi
e reali
Tu sei l’arrangiamento nobile
di un mio plebeo componimento
scarso
e davvero scarno
Scavo
e ti scovo
dentro di me
Tu sei l’aurora
che ogni mio tramonto sogna
Il crepuscolo
per tutte quante
le mie albe stanche
Tu sei l’invidia
L’invidia dell’anima mia
da quando
non è più primadonna
per te che sei
tutto quello che sei
 

Il barbone

Avvolto
in un cappotto rotto
sporco 
con il berretto storto

è fermo
in questa piazza e aspetta

non dorme
ma neppure ha fretta


E' qui
che passa l’ubriachezza

di gente
senza gentilezza

che corre
verso l’oro e avorio

ed egli
sì a rimanere sobrio

Ha mani
in tasca che non caccia
per non guardare
quelle
 monete in faccia
lasciate
dalle coscienze sdutte
assieme
a tante obese colpe

 

Divenire

Cavaliere in ore scure
trotto tra due dure cosce
lotto nel mio divenire
un eroe mentre mi cresce

il desio di penetrare
quei sentieri da scoprire
su colline misteriose
e caverne assai rischiose

tu giumenta giù diventi
come fiume in piena irrompi
poi ti volti fata e inviti
me in tuoi pascoli proibiti

ed io vengo ove tu porti
l’animale mio ormai certo
e in quel bosco tuo incantato
dirò uomo sono stato

 

Inno alle donne

 
Le donne non hanno
gli anni che hanno
ma gli anni che dicon
di creder d’avere
 
Le donne raccolgon
le lacrime al mondo
le stendon sul cielo
e le asciugan col sole
 
Le donne si danno
e si dannan la vita
tra mali mariti
matti e malati
 
Le donne si portan
su spalle la pace
loquaci dolori
e figli in travagli

Le donne son grandi
già da adolescenti
dividon le ore
tra scuole ed il cuore
 
Le donne son mamme
e diventano nonne
s’allungan le gonne

e diventano sante

 

Guerrieri di pace

 

Di parole
noi prodi inondammo
quelle terre
di guerre e placammo
l’odio e lodi
alla fin ricevemmo
pace e par
di patire finimmo
 ***
Non mandammo
ma andammo guerrieri
corpi sciolti
feriti ma forti
ritrovammo
quei riti provati
riprendemmo
progetti iniziati
***
Proponemmo
possibili mondi
preparammo
studiati programmi
liberammo
libellule idee
difendendo
talenti ed intenti
******

Leggi tutto »

Nel mare dell'umanità

Zattere
siate
ad assi unite
per tenere a galla
vite
diversamente colorate
Mondi
siete
nel mare
o monte amore
e colli tolleranti
con abili ad affetti
 
 
Terre
sarete
sante e progredite
differenziando
in acqua
carezze ad ogni razza
 
Bimbi
siamo
meravigliati in canti
acquario silenzioso
tra bolle d’aria
e squali
in onda adusa

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 2993 visitatori collegati.