blog di Nievdinessuno

 
Così gli alberi, le foglie
scelgono libere
il modo con cui cadere
qualche centimetro sotto la paglia del davanzale

Mi accascio al suolo
misurando una mannaia
coi centimetri del collo
ne riconosco la lama
 
è l’esistenza,
 

Tieni la sottana accartocciata ai palpiti
e il cuore va giù, altrove gli conviene
dove alla sera sei nuda
ombra di una bellezza immota

Profilassi da catene
segnate al bianco tessuto
lampo buio cieco
gliel’ha prestato
come la vista grondata tra le ciglia
e briciole

Le calendule splendevano sopra un lago in cui i pesci nuotavano naufragati altrove. La steppa era di un altro colore, diverso dal verde.

Ho trovato la certezza
cura di una carezza
che da bambina mi hai dato
su prigioni di cartone
in cui osservavo lentamente il mondo

Qui, ogni cappio si allenta
nel legame sorto
alle spalle di tramonti senza spighe
campi ausiliari calpestati
dalle nostre orme di bambini

 
Fogliame accartocciato
si aggrega al singolo sintomo
della nostra voce unisona
quando ci pensiamo da qualche parte

Quelle macchie sfrontate
asciugano mani da calli
perfetti paradigmi di una penna
attorcigliata al fato di un libro sciolto
sul senso della vista di chi