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L'Amore tra Noi

L'amore tra noi
dovesse parlare con immagini
le scolpirei tra le falciate dell'erba:
vedresti occhi sul prato e il cuor sul davanzale,
 anche lì fuori sentiresti  perpetuarsi
il nero della notte.
 
... stanotte mi riposo nel buio
 come me difende le sue noie.
 
Non chiedo di esser cullata da un sogno,
così difficile da raccontare. Nè chiedo
perdono a questa storia di piedi spenti.
Sciolgo le labbra al succo dei suoni
che aspergo all'imbrunire
davanti ad un puntino
sospeso al centro del mio petto.
 
Non so se sia sia gusto
definiscilo amaro
quel puntar il dito alla luna
e affondare nella sostanza dei suoi giorni.
Come saprei parlar da quaggiù
in seno alla notte sposa di illusioni
se non di briciole sparse
ai bordi di questo davanzale.
 

Illusions

Scordata. Una corda spezzata, recisa. Ecco, una chitarra rauca che sprigiona il suo verso stridente e l'aria viene ad attutirne la melodia. Non sono una musicista, un' abile strumentista, ma accordo continuamente i fili del mio strumento che tutte le voci racchiude e conserva nella cassa del petto. Le parole non bastano a rendere i miei sogni eterni, a cesellarli come perle virginee e la paura della contaminazione è tanta. Una musica dolce,o anche, perche no, violenta reinventa e solca gli spazi...e culla i miei desideri nell' impalpabile senso delle cose. L'intorno si fa di pane e poi anche acqua...scivolano le mie speranze cavalcandone le onde e abbandonando piccole briciole che si sciolgono lungo il viaggio. Sono le rimanenza dei giorni a sprofondare negli abissi e a consumare la stazza delle mie illusioni. Ogni alba perdona il logoramento e mi chiude nello scudo del coraggio; con il fare di una pupazza in preda alla follia estraggo la mia spada per schivare altre ferite. Il tempo è mio nemico e schiera altri tramonti, e altre albe volge alla resa. Non finisce qui il gioco! Sento il sangue che muta direzione nelle vene e sale nel mio cuore a cucire il dolore. Quello che sento e che provo è ciò che più mi sfugge. Un sole che da lontano mi carezza , ma che forte scalda il cuore. Non so quanto dista,i miei sensi non ne conoscono la misura e inutile sarebbe contare i passi. Non sono qui con me. Le  emozioni mi confondono la pelle,quasi impercettibile l' odore. Una cosa sola c' è, una domanda che pulsa nelle tempie, un segreto da svelare.
Io e le mie notti perenni ancora, qui, con me, nel sonno.
 

Il disfacente

Il disfacente riprovevole malanno
mi sbaglierei
tra frange di lenzuoli divelti
 
In letto giace la morte intonsa che
non rapina non disface
non muore.
 
Da ponente amorosamente fallace
si accoda la mente scoperta
 
Dì al sapore di queste mani
che tocchi vengono ai pensieri scaduti
nel fosco rimanersi a fogli rimboccati.
Non sa che prendermi di voglia
."coast to coast".
l'espressa modica follia.
Scriverti e ancora
lontano da buio.
 

E sarebbe...!!!

Una vibrazione che sempre mi salva.
La mia musica che vibra e pizzica la pelle sollevandola con un brivido. E non è che così voler innamorarmi. Sarebbe come accogliere dentro di me qualcosa di nuovo. Un filo invisibile che prenda origine da lontano, oltre i miei spazi comuni, da località sconosciute e che riesca lo stesso a raggiungermi. Lascerei che quella melodia lenta pizzichi le mie emozioni più nascoste e pian piano risolga fra le punte delle mie labbra. Ne farei canzone,colonna sonora della vita di due anime destinate a sposarsi. Sarebbe come vivere per la prima volta. Sarebbe come amare per la prima volta...
Sento già che una nota si perpetua nella mente, suona in me quasi familiare. Come se qualcuno me l'avesse già cantata...un angelo?...Un salvatore?...
Questa nota che pian piano si fà sempre più chiara mi culla come quando ascolto la  musica più cara. E' un regalo che non è fatto di immagini, nè di carne, ma ha la forza di attraversare spazi e catapultarti dentro la tua emozione, in quel mondo fatto di solletico brividi palpiti...
..ti senti al sicuro,senti che nessuno può farti del male come se una calda coperta fosse sufficiente a difenderti dalle minacce di una realtà impastata di minacce e violenza.

 

Panico

Sentire il respiro estinguersi
lasciare la vita negli angoli
sentirsi bruciare dentro,di un fuoco che non riesco a tenere a bada. D'improvviso fa male questo calore che sale in gola. Sento la mia carne in apnea, in una camera con ceneri di arti sparsi. Oramai divento una carcassa, l'unica differenza è che poi torno a respirare e a muovere parole. Il vento... che mi sbatte contro. Una frusta che annoda i capelli.
Difficile arginare queste fiamme di vita e le lacrime chiedono libertà, ma la forza di ascoltare il loro richiamo non c'è.Non sento nulla fuorchè la paura di dover elargire sorrisi, paura di ripetermi:-...ce la puoi fare Mary!-.In fondo però, Come posso lamentarmi io, che ho questo meraviglioso dono? La salute nel corpo, due polmoni gonfi di aria, una mente con cui costruirmi il mondo che vorrei.Come posso non apprezzare e non vedere quanta fortuna ho nel poter baciare le persone che più amo al mondo. Poterle abbracciare...
Da troppo tempo non faccio altro che lamentarmi. Sono diventata cieca, provo fatica anche nel lasciare i miei pensieri liberi, come se avessi già smunto questi pensieri della sostanza che mi appartiene. Anche giocare e prendermi in giro non riesce. Era la cosa che più amavo, come lo  stare carponi sul pavimento e guardarmi dal riflesso di una finestra per ridere delle mie pose a sembrar quasi piu bella e più diva. E' da tanto che non guardo in uno specchio. L'unica cosa che mi riesce bene è dormire...abbandonarmi su un letto e cercare di coricarmi, per non sentire lo sforzo nel trattenermi, lo sforzo di sollevarmi, la fatica di parlare... Ah si, mi sono stufata di parlare e mio fratello dice che sono diventata una "predicatrice". Sento questi 24 anni come un macigno. A volte mi cimento in mere litanie, ma non sono cosi avvezza al mondo come credo di essere.
Vorrei vorrei...
Troppi vorrei. Prima pensavo che i sogni fossero uno dei miei punti di forza, ora sono quasi certa che era la bugia più grande che potessi raccontare a me stessa. E ora i silenzi, quelli che servivano a ricaricarmi, quelli in cui sentivo i respiri più dolci, quelli in cui mi abbracciavo...momenti in cui affogare nella mia malinconia
 
 

Felice è la vergogna

Felice è la vergogna di averti accompagnato.
...sai della mia pelle?
Sento il ritmo costante
di quest'aura 
che sovviene lucida 
come il primo sole.
Pulviscolo di suoni
tamburi di note
e di aria fresca.
La mia pelle è come musica. Si.
Quella che entra e lascia spazi
ti sfinisce quasi.
Legante e slega conveniente
poi anche riempie.
Di odori sottopelle è
come brulicar di erba canterina
dal vento scossa
prende profumi vibrati nell'aria.
Così si scopre in vita.
Hai mai pensato...(?)
Il contatto sicuro con ciò che batte dentro
e ciò che prendi da fuori
il suono dà certezza
  . note e corde.
in noi l'origine il battesimo!.
Consacra la scelta dell'esserci
Il richiamo che assolve dall'assenza.
 
E in noi prendano l'eco
strumenti di voce parassitaria
nell'innominabile rivolo di noi stessi
avvolti compressi
da carne indecifrata
sotto gli spartiti
della pelle
a modo puntinata.
Doniamo spazi e cuscini
per riempir l'Intorno
del nostro Nome.
 

Come una pietra

Spinta nel letto di un fiume
la pietra affonda
e muove_
spazzata dai vortici ondosi
Nella sabbia sposta il fianco
ma è poco pronta
 per aggrapparsi alla corrente.
Su di un velo d'acqua,
in perpetuo moto di scosse
viaggia la mia carezza
Impercettibile al tatto
leggera
ma aggrappata a quella pietra
 distante sta. Per nulla del mondo
tenta di risalire
perchè di getti invisibili
é la parola che la guida.Di mani screpolate
diventa
la stretta che la cerca.
 

Io? Come sto?

Mah
come vuoi che stia
Così, senza attoppi e intoppi
non ho nulla per uccidere - incidere
questa noia, se non
qualche carie qui
sotto le unghie
altre lì, a un passo dal palato.
Scava dentro e assai di petto
l'inezia di questa quotidiana
e lasciva fogna di scritti
Quasi di stantuffo armata
sù e giù fino allo scarico
ingoiata e impastata
di ore invecchiata.
Io non me la prendo
Ma non so che farmene
nè di cura dentaria
nè di una manicure!
I piedi
in orma scalza imbocco
in passaggi di sale feritoie di miele
Cosi il mio cammino si scioglie
fra il saporito e il goloso incedere,
ma dei due contrappesi
lascio a te intuire
(so che non mancherai)
quello che mi grava di più
a partire dalle labbra
(?).
 

In luce

Illùminati attorno a candele spente
recidi gli argini dell'ombra
nel risalire la luce
Scopri le mani all'aria e 
spargiti nel vento
mentre infondi quel bacio.
Nutriti di pelle umana
agguantane il fascino
a posar scompiglio, insana circoscrizione
di un istante reciso.
Ci è dato di scoprir il viso alla brina del mattino
 e ci annuncerà sempre la vita
la testimonianza del nuovo giorno.
Non essere vergogna del Mondo
indifferente di vita, di mal di esserci
nell'involo di un battito.
Non siamo gioie ammesse da labbra crudeli
nè segni indelebili di misteri da imbrattare
Non siamo che la crosta di piante sulla terra
un po' con le radici nascoste
un po'con i rami gentili
a puntare quello stralcio di cielo
che eternamente ci è concesso.

 

Panico

Di nulla riempire un giorno
se non di questo sale che mi riga le guance.
Dar fretta all' estasi d'animo non serve a nulla,
per contro mi sale l'inesistente annullamento.
Fumi di strade e lampi di luci nella notte
mi estraniano nell' ombra
Profumi d'ozio e bagni caldi nella toilette accanto
mi seguono mentre voglio respirare
La scorza delle mie tende mi asperge dell' illusione
di potermi liberare di questa fredda stanza
e dei suoi fantasmi.
Ti dico:ciao!
Amabile fantasia che inondasti la mia pelle scaltra
nella spirale di pagine soffiate da uno Stronzo,
quello che mi respinge agli angoli,
mi relega nell' invisibile e nell' incapacità di reagire!
Ti sento, Mostro che allievi i miei pensieri
e li trasformi in maniere burrascose
violentandomi nell' anima.
Ti respingo. Sei un deficente di risorse ridenti
Imbastardisci queste ultime forze che mi aprono gli occhi.
Distanziami pure dalla noia catapultandomi nell' Inferno.
Con le spalle larghe combatterò verso la luce
e difenderò il mio libro di canti gioiosi!
Ingoierò i tuoi sputi cancerogeni
con la finezza di un' ingorda.
Di quelle pagine bianche non cancellerai i miei scritti
cesellati per l' Eternità:
perchè le parole testimoniano la grande derisione
che ho
verso la tua debole resistenza alle minacce di un Poeta.
 

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