blog di María J. De la Cruz Guerra

 

l’ultimo spettatore
abbandona la sua poltrona
frettoloso, scappa
inciampa con la mia anima
avvolta tra la spazzatura

 

Un filo schivo e mutevole,
il fumo di una sigaretta
a consumarsi, sorretta 
dalla sua mano indolente.
Le tendine tirate

 

Mi affaccio al davanzale
della oscurità,
proprio nel confine
fra la notte e il giorno
c'è uno specchio

 

 

 

…e così trascorrevano le giornate,

inzuppate in una pioggia di assurdi ricordi

ridicoli avvicinamenti, che salivano

 

Soltanto mi rimane
una piccola parte
tra le mie costole
e le mie vertebre
in cui mi riconosco.

 

…E così 

gironzolavano i silenzi
come ipnotiche ombre

che attraversavano
inesistenti pareti

 

 

In equilibrio instabile
tra quello che (dicono)

dovrei essere
e quello che sono

(sembro), 
oscillo sospesa e