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blog di MaLaLingua

prego

Farò un rosario
con chicchi di melograno
che la lingua testarda
non paga ancor prega
 
Piovimi occhi e rubini
nel ventre
e diverranno la saliva
che lentamente ingoio
sgranami di baci
tra i denti
a boccate
rabbocca e abbocca
a filo sul palato
oltre le nuvole
Così sia.

troppo fumo

Ho scolato il bicchiere
incidendo il tuo nome
a rilievo sul legno
e atteso
mi ciondola la testa
e non sono sbronza
ma dubbia

Troppo fumo in questo bistrot
tarli alle panche
rhum di melassa sbiadita
e insulso vociare

Troppo fumo in questo bistrot
esco
chè mi lacrimano gli occhi
 

 

lucertole da muro

 

il controsenso di te
lucertola silenziosa
io sasso e calore
il tuo scivolarmi dentro e sotto
poi un rumore
fuggire via veloce veloce
 
il controsenso di me
lucertola silenziosa
tu bimbo monello
il tuo  tranciarmi la coda
poi il dolore
fuggire via veloce veloce
 
Poi domani di nuovo

il controsenso

 

 

Scrivo

E' tutto così assurdo
Sto male
Tu stai peggio di me
Lo so
E questo mi consola

27 gennaio 2009

 

so bene
che a gennaio
non fioriscono i ciliegi
né vedo papaveri tra i sassi
 
solo tramonti
di tramontana
 
so anche
anzi no
ne sono certa
che nel caldo ventre della terra
il seme è gonfio
 
tra un po' sarà marzo
amore

 

viene

anche nel gelo
ciuffi di sale scaldano il mare
l'amore è una puttana
ancheggia a onde
s'infrange nell'attimo
viene
vieni

 

 

ininterrottamente

 

ininterrottamente
stringimi
perchè amare è tenere
intorno e dentro
perchè ho freddo
e vorrei le tue braccia intorno
come sai
quel che sei
due ore di scirocco
in una sera di metà gennaio

 

manette

 

Il nostro è un vento contrario
che profuma d'incenso
i vicoli ciechi dell'attesa
Non ricordi la strada di casa
perchè la conosci a memoria
 
Tu mettimi manette di neve
e fammi tremare,
poi spegni la luce

 

 

zolfo

E poi sarei io
il male allo stato brado
Il serpente, la voce, la mela
l'eterna tentazione

Ma tu che mi metti in croce
 quando m'ingoi
sento che odori di zolfo
e ti c'impiccheresti sul mio monte
 

 

converso privatamente con me stessa

Qui dove sono
arriva il profumo del pane
.
Le prime bave di luce si fanno largo tra le bolle del sonno.
Il flusso di singoli istanti scorre.
A quest'ora la mente è una stanza poco illuminata.
Converso privatamente con me stessa.
Mi ritrovo i polpastrelli umidi
Non so dire se è pioggia o rugiada
Da dove sono poi,
vedo pure la luna.
Mi sembra una lanterna.
La luciderò e ne uscirà un genio.
Sento che sarà un giorno perfetto.

 

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