blog di Il Folletto

Dalle sue liquide labbra scorre
il crudo sapore scomposto nel
desiderio e la sontuosa servitù
alle più ignote e pure passioni

Due corpi stretti l'uno all'altro che si muovono insieme. Il ritmo denso, strascicato, potente, come i passi felpati di un gatto. Come il sesso.

Era il pane abbrustolito d'aglio
e l'olio e il sale nel sapore delle labbra
ed era anche la morbida carne,
che il morso stacca dall'osso dopo morso,
e la verdura profumata di legna
ed era un tavolo nel pensare del sole
tintinnanti erano forchette e coltelli
e un bicchiere di vino che s'accoglie

Il profilo intaglia l'incerta penombra
nella trama di luce scomposta da un
ciuffo ribelle e scorre, seguine il gioco,
lungo le labbra dal corruccio assorto
abbandono, al mento puntato sul soffice
seno, fino alle dita che la raccolgono
fra l'umida soglia e l'impaziente calice.

Come il fulmine che squarcia
il velo che avvolge questa sera
il lampo turgido delle tue labbra
turbina, suadente lingua di fuoco

Ciò che il passato ha levigato è
la gemma che esplode sul futuro,
sono le mani che recidono le spine
e il sigillo inconsapevole del tempo.

Sono la tua donna e tu il mio uomo.
Mi piace da morire dirlo,
la tua femmina, il mio maschio
immersi in questo colore che ci cola sulla pelle,
il nostro azzurro.
Questo amore libero di volare,
di essere, di esistere, di vivere,
di desiderare, di stringersi in se stesso
in un unico cuore carnale.

È il suono il senso
dello sguardo,
per il suo saettare
nel posarsi
fra sorpresa e scoperta,
meraviglia
nel chiudersi a fessura
le palpebre,
per poi riaprirsi.
È sprazzo improvviso
di terra e cielo e mare.

Come un caffè di vello nero
di rosata correzione incarnata,
la cui schiumosa essenza giace
sull'arsura spenta delle labbra,
è il denso sapore che resta del
banchettare del tuo mio in te.

Quando la vita vuole
perdersi in un pugno
la tua forma impressa
ne riapre la mano per
rinnovarne le carezze