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blog di giuseppe diodati

Il bambino dal secchio giallo

Un bambino con un secchio giallo
cammina sotto il sole
tra bolle d'asfalto
e macchine surriscaldate.
Ha un cappellino bianco
ciabattine
un rastrello
e dentro il secchio
granchi, telline
e quattro vongole
romantiche.
Il bambino dal secchio giallo
è magro
magro come un chiodo
alto più del suo valore
I granchi aprono le telline
combattono tra loro
il bambino dal secchio giallo
si lava alla fontanella
i piedi sporchi di sabbia
perchè sua madre
sua madre non vuole sabbia.
Domani scriverà un romanzo
domani
farà una rivoluzione
sogna
mentre i granchi mangiano
il suo pescato
i granchi non hanno la morale
di un torpore democristiano.
Intanto lontano
il mare
gli ombrelloni
e quattro amici
con le palline
quelle che ha in tasca
di vetro
con le vele gialle
e verdi,
le palline.
Si ferma
il bambino dal secchio giallo
si ferma
ha paura ad attraversare la strada
e sabbia
sabbia ancora alle ginocchia
mentre i granchi combattono
la battaglia
dentro il secchio giallo
bianchi
i granchi e perdono le chele
e lui
sogna il romanzo
che mai scriverà.

molliche

Gioca con le molliche
la signora che pulisce la sinagoga
gioca con le molliche
mentre il suo bicchiere di vino
arranca all'ultimo goccio.
Una figlia, un marito abortito
due gatti, un mutuo da pagare
e una rivista ancora da sfogliare.
La televisione con il volto
di un cronista che sembra un tronista
mentre le molliche diventano una pallina.
Non ha rasato le ascelle
la signora che pulisce la sinagoga
e non crede che a Gaza siano tutti assassini
anzi lo sa
che non è così.
Una figlia, un marito che si scaccola
di fede emblematica
che sparla degli arabi
e ruba dal portafoglio di notte.
Molliche, anni perduti
mai
mai ritrovati
per cosa?
Il tronista difende l'operato del governo
si crede un giornalista
ma la signora che pulisce la sinagoga
ha il seno troppo grande
per credere alla buona fede
di un pennivendolo
venduto come un tacchino
alla fiera.
Molliche, palline,
pensieri accaldati
tra politica e fede scaduta
mentre sua figlia
la guarda e sorride.

Segreti

Il giudice sui gradini
mangiava un gelato al limone
mentre il signore degli inganni
mescolava vino e liquore.

Sull'altare una donna piangeva
nel giorno mesto del suo matrimonio
mentre contrabbandavano favori
sulla pelle di quattro innocenti.

Ma il giudice non aveva potere
se non per quattro puttane e un
finto finanziere
e intanto il gelato colava
sulla pagina strappata
della costituzione.

Venghino signori si accomodino

Venghino signori
prendano posto,
è arrivato l'arrota storie
affilo amori, favole
e curo i vostri dolori.
 
Ho un racconto per te signora,
per un amore di cioccolata
avvolto in carta stagnola,
per  te che credi nel grande sogno
intenso violento e passionale.
 
Ho una favola per te
fanciulla dalle lunghe trecce
per il tuo esame di Biologia
e per un cane che ti aspetta
sotto il vaso di confetti bianchi.
 
Ho una canzone
per la dama che piange l'amor perduto
che rompe ad un pellicano cieco
che naviga nella sua vasca da bagno.
 
No, non tiratemi lattuga
o se dovete
che sia verdura fresca e di stagione
io demolisco le vostre convinzioni
dileggio tramonti, albe, gabbiani
e canestri di baggianate.
 
Sono l'arrota storie
figlio di un impiegato del catasto
e di una donna che non ha mai,
mai saltato una messa
per questo io non credo
alla religione dei culi appesi
io sono
la bertuccia che sorride
la scimmia della luna
l'ultimo cinghiale della sorgente.
 
Non ve la prendete,
il mio dileggio
è la mia triste condizione
di scettico mortale
senza paradiso in terra
o cielo
piuttosto compiangetemi
perché son solo
non trovo mai gente della mia razza.

Di polline e petali

Di polline come fosse neve,
di polline sono piene le strade
e di petali e fiori
a tratti
su viale Nettuno,
a tratti
anche di verdi foglie
strappate agli alberi dal vento.
 
E  Francavilla al Mare
respira salsedine
in un giorno di maggio
con il vento,
il vento che spoglia,
violenta i rami,
 spara
scintille di sale
sugli alberi del viale.
 
Di polline e petali
sino alla stazione
con il monumento
ai caduti del mare
che guarda dalla rotonda
sin verso la Sirena.
 
Ed io
sorseggio in macchina
uno spettacolo
che racconto la sera,
io
che poeta non sono
ma raccatto emozioni
sul viale
di Francavilla al Mare.

Pescara me la ricordo d'estate

Pescara aveva strade calde
le bolle sull'asfalto
e la mia adolescenza inquieta
in cerca di capire
cosa fosse davvero l'amore.

Quel caldo
e la trasparenza del mare
che mostrava i suoi frutti
nessuno scoglio avanti
nessuna piattaforma al largo.

I ragazzi dell'Alcione
al ciondolar del nulla
nemmeno la voglia
di una partita a pallavvolo
in acqua.

L'apatia di quei giorni
con il JUke Boxe che sbraitava
Battisti o Nada
e le ragazze
sempre quelle
a cercare di spingere
il cielo degli anni crudi.

Il biliardino
con la carta nella porte
e la rabbia del padrone
per quei soldi rubati
senza motivo.

Pescara me la ricordo d'estate
con quella adolescenza
ai tempi del Vietnam.

Sai dove trovarmi

E' passato tanto tempo
quelle cose dette
quelle strane favole
e quell'amore
che sembrava quello
il grande
già.

So che mi leggi
che scrivi meno
che sono passati gli anni
come i semi nei campi
tra pioggia e neve
e becchi d'uccelli.

Si
so che a volte mi leggi
dicevi
io fossi il più grande
e come me nessuno
e i nostri occhi
e le nostre mani
già
sai di cosa parlo.

Ora
come ieri
come domani
combatto un'altra battaglia
sai che sono un guerriero
e stavolta sono solo
contro tanti
si combatto
nella mia città la mia battaglia
e mi insultano
e mi minacciano come allora,
come ieri
come oggi
come domani
perchè io sono il guerriero che hai amato
e forse
ami ancora.

Un bastardo seduto sul ponte della Vittoria

Lui è un bastardo
l'uomo delle tasche bucate
l'oppiatore folle
quello che chiamano
Ruga D'Amianto.

Ha scarpe senza lacci
una gomma da masticare
che apre le bolle
lui
Ruga D'Amianto.

E' seduto sul ponte
il ponte della Vittoria
con tre euro e un catino
di spine di pesce
che guarda le donne
che passano svelte
perchè lui è
Ruga D'Amianto.

Non ha moglie
forse
dico forse
ha un figlio
ma nessuno sa davvero
chi sia
questo figlio
di
Ruga D'Amianto.

E' un bastardo
e piace alle donne
quelle che studiano
quelle che amano
quelle che cantano
quando cucinano
e sussurrano il suo nome
con due Pater Noster
e due maledizioni.

Un prete dice
che Ruga D'Amianto
è un senza Dio
un poliziotto dice
che è un terrorista
una madre sostiene
che non è suo figlio
io so solo
che lo trovi la sera
seduto sul ponte della Vittoria
che guarda le donne passare
con lo sguardo nel vuoto
lui
il senza cuore
lui
Ruga D'Amianto.
 

L'iguana sulla palma

C’è una iguana
sulla palma di cocco
un uccello
che la becca sul dorso.

E Tucacas
che raccoglie i miei pensieri
in questo strano caldo
con l’aria
che si ferma sulla gola.

E c’è una donna
che raccoglie l’erba
dalla piscina
una donna
che spinge indietro
i suoi capelli.

Ha pelle ambrata
e bocca che
sospira l’amore.

C’è una iguana
sulla palma
in questo incanto
del Caribe
un Rum
e una Rumba.

La malinconia di un amore nella stanza degli specchi d'argento

A volte Chopin
le serve per calmare
il suo dolore.

I suoi capelli bianchi
seminati nella stanza.
gli occhi azzurri
riflessi
negli specchi d'argento.

Un bicchiere con un fiore
può ricordare
la malinconia di un amore?
Forse no
perchè un cattivo odore
si sostituisce presto
al profumo.

Le sue mani sottili
sanno ancora raccontare
l'aurora sopra una finestra.
la magia della sua voce
incanta ancora i nipoti
chiassosi
nei giornidi festa.

Il tempo
non ha cherubini
sul soffitto,
ma scarpe impolverate
anche con i tacchi.

E del suo amore
solo sussurri
e bisbigli,
la signora non vuole
si parli di lui.

No, lei
non cerca un passaporto
per il paradiso
e non frequenta la chiesa
al borgo vecchio,
no, lei
preferisce camminare
dove Dio
ha una panchina li ferro
e una fontana
con le carpe
e i fiori di loto.

La malinconia di un amore
sopravvive
alla polvere
nella stanza degli specchi d'argento
e quando un raggio di sole
s'infila,
con la sua mano ossuta
smuove la polvere sospesa
con un mesto sorriso.

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