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blog di Franco Pucci

Il mare ti racconta, se sai ascoltare

il dolce sorriso nel declinar delle sere
muta del mattino l’aspro raccontare
allorquando le parole paiono sincere
e i versi cantano l’ascoltar del mare

Tendi la mano al cucciolo

tendi la mano a questo cucciolo uomo
perso tra le gore del vecchio mulino
imbiancato dalla sottile farina degli anni
macinati nonostante i magri raccolti

Neve

“Salgo sul primo fiocco di neve e vengo a trovarti”
 
[rasento l’azzurro del mare incontro al rosso del cielo

Nightmare

[il bicchierino scorre sulle lettere disegnate
dita tremanti ne seguono il percorso tortuoso]
 
Ecco si ferma, poi riparte.

Toc, toc...scherzetto o dolcetto?

 
Sospeso nel buio soffice e soffocante
pupille dilatate per lo sforzo immane.
La ricerca della luce provoca dolore,
affogo lentamente nel nero bambagia.

La magia al potere

 
pelle di rospo quattro ragni e un serpente
brodo di vipera nera sette ali di pipistrello
nel pentolone al fuoco io metto prontamente
e mentre l’intruglio bolle mi infilo il mantello

Passerà la notte...

 
dai uno sguardo al letto ormai disfatto,
l’ultima sigaretta e getti via il pacchetto
occhi pesti da una notte di lunghe attese
ossa tutte rotte come se le avessi prese

Notte in bianco, di un rosso innaturale

 
Quella notte dormii male. Un sonno agitato, convulso, abitato da presenze, sogni, incubi. Mi giravo e rigiravo nel letto ansiosamente, come in attesa di un evento ineludibile. Nel dormiveglia contavo le ore scandite dalla luce fredda del led della radiosveglia sul comodino. Assurdo, pensai, alla mia età vivere queste sensazioni di timore latente, paura dell’ignoto.

Ti sei mai accorta?

Ti sei mai accorta degli occhi
indaganti il nostro incedere traverso,
quei quattro suoni in simbiosi sull’acciottolato
al ritmo di stanche musiche gitane

Le scarpe

Cammino. Strade assolate,
sterrate cosparse di pietre.
 
Lancinanti dolori

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