AnonimoRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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blog di Franco Pucci

Roma alias Milano

erano sampietrini di porfido operaio 
quelli che volavano vicino alla Statale
erano altri anni ma oggi fanno il paio
coi tempi che ingoiano anche l’ideale
 
dalla finestra entrava fumo arancione
cantavi Della Mea, i Nomadi, Guccini

Argilla riflessa

[All’inizio furono lettere e numeri,
disordinati segni senza alcuna vita
poi arcaiche, impronunciabili parole.
Mani incapaci e superbe crearono
un embrione d’argilla rossa, stolta
emulazione dell’umana arroganza

Un, deux, trois...ricordi?

Era caldo quella sera d’Agosto alla stazione
il wagon-lit ci attendeva sudando sul binario
tu eri bella nel tuo vestitino leggero sul seno
io sfoggiavo il sorriso delle grandi occasioni.
 
Noi amanti con la storia già letta alle spalle

Parigi o cara

Ti ho aspettato a lungo. 
Seduto al tavolino del bistrot
mentre il pastisse 
che stavo sorseggiando
profumava d’anice 
quella sera parigina.
Le note di un valzer musette
rallegravano il cielo

Qualcuno la chiama vecchiaia

Sto sperimentando strade nuove, l'anno che verrà dovrà essere per me innovativo in tutti i sensi, per cui non uccidete il bimbo ancora in grembo. Video e montaggio miei, voce narrante Irina Petrescu da Sidney, musica tratta da "Melodie Gluck-Kreisler I.Perlman"
 

Equilibrio

Fosse anche per un solo minuto,
ma forse basterebbe anche meno,
laddove la canizie non da riparo,
e il cuore tentenna e l’aritmia intona,
sarebbe opportuno frenare gli slanci
e accettare supini l’incedere felpato.
 

Al di là del tempo

[solo un piccolo movimento, uno scatto]
 
Nei calzoncini di tela ormai fuori taglia,
inutile riparo per gambe ferite dai rovi.
Le righe bianche e blu della maglietta
alternavano il verde smarrito del prato
e la scarpa perennemente slacciata

Una storia per Dario

“vieni qua piccolo uomo accanto a me sulla panchina
non ci sono verdi vallate davanti a noi c’è la laguna
ho portato uno zainetto di tela grezza verde militare
quello dove infilavo libri usati e il panino da divorare
zeppo di sogni rubati a un tempo fuggito inclemente

Polvere rossa e scarabei d'oro

“cuore piramide di polvere rossa
scarabei d’oro a custodir la fossa”
 
E’ una nenia come antica filastrocca
che torna in mente se rincorro visioni,
e conto le lune perse a cercar altrove

C'era Una Volta

Ssssssssssssst! No!
Non raccontarmi quella storia,
mette i brividi.
 
Una Volta non c’è più.
 
L’ingannevole Circe
che ammaliava i miei sogni
e salutava le mie albe

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