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blog di Franco Pucci

È sempre Natale?

nello sguardo leggi un‘intenzione
due parole racchiuse tra le ciglia
-il Martini?...con l’oliva va benone-
la gran voglia di ritmar che ti piglia
 
la Marlboro affogata che galleggia

Astu visto? (hai visto)

“Tasi mona de un cocai!”
 
Certo che ho visto mio gabbiano saccente
avessi le tue ali non morirei così al tramonto
tra il mare che nereggia e il sole che strazia
le ultime pennellate d’azzurro che respiriamo.
 

Lui...

il sorriso sempre pronto da bambino
(quando triste rifugiavo in un sogno)
mi addormentava cullandomi vicino,
spazzava via le nubi, ogni mugugno
 
…il mio gemello…
 

Contessa...au revoir?

Accartocciato pierrot
ammasso informe,
disarticolato burattino
gettato con noncuranza
sui gradini di marmo
del centro commerciale.
Icona dell’ingordo potere
che globalizza la vita
a malapena coperta

Nebbia...

[…un sottile brivido corre lungo la schiena
c’è nebbia fitta stamane qui sulla laguna
respiro il salmastro grigio perlato e penso
che la nebbia ha sempre lo stesso sapore
inevitabile il ricorso alla bisaccia dei ricordi

Così preciso, così perfetto...

L’aria respirava il sapore dei ceri. 
 
Distesa nel biancore alienante della stanza, la sagoma sul letto 
pareva un nero insulto all’ordine prestabilito delle cose. 
Comunque era li, parallela alla linearità delle piastrelle anni ’50 

Non era ancora neve (un Natale anzitempo)

non era ancora neve
qualche fiocco in libera uscita
giocava a rimpiattino tra le calli
è stata l’emozione di un attimo, poi
il bianco si è slavato nella laguna
 
un quarto alle tre
i rintocchi hanno prodotto una eco

Intesa

Quando il passo zoppica dalla stessa parte
e il sorriso scende dolce accarezzandoci,
quando è ancora desiderio sui tuoi fianchi
e il mio respiro rabbrividisce sui tuoi seni,
nello sguardo leggiamo lo stesso racconto.
 

Aprirò quel sacco

venite 
come bambini in attesa di una fiaba
aprirò il sacco che grava sulle mie spalle,
e toglierò la polvere che soffoca il mio cuore
 
racconterò 
di come ogni pensiero che incontreremo

Latte e miele

Quelle notti di Dicembre a piedi nudi nel corridoio
il cuore che ti precede, il freddo nel buio che gela,
pungono i piedi le tracce di un Natale precoce.
 
Aghi di pino come filo di Arianna verso la cuccagna
guidano, ma il passo circospetto tradisce l’equilibrio,   

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