blog di erremmeccì

Nell’intrico di rami
      finestre

sussulti mi assalgono
a volte
          d’inopinata felicità
 
plasmati con rimasugli

Era un vivere
con la faccia nel vento
allora
e occhi quasi ciechi
di sole
 
infinito lo sgranarsi
di notti e risvegli

stratificazione di sabbie
sul petto
schiacciato il diaframma
dall’impossibile.
 
Sono fatte

Vento stravolge
foglie
contro triangoli di muri
spenti
 
lampo di cielo
 
mare spruzza
soprassalti

Andare
in compagnia di pensieri
-gocce appese al filo di precarie
consequenzialità-
 
abdicare
alla vita e non accorgersene

È durezza di ghiaccio e non mi appartiene
questo nevischio che picchia ai vetri
scende da nuvole di spessa china
e proclama una fine festosa

 
 
 
 
Taglia sminuzza sbriciola
ore istanti frazioni di secondo
 
d’oro circonda il fragile

 

Le ore
       si sfaldano
crucci permeano
lo sgranarsi delle intenzioni

S’inverte
qualche volta
la logica delle cose
 
la fredda luminosità
di un cielo viola d’inverno
ripete le tinte