blog di Capuàno

Scavo con le mani del ricordo

nelle sabbie mobili della notte,

e metto da parte con cura

conchiglie di dubbi e di voglie.

 

Il mio tempo,

lo spazio di una lucciola,

si è fermato a te;...

e tu lo guardi

dal bordo di una foto,

e tu lo bevi

Nuvole basse, nuvole sinuose,

sfuggite a un mare di pioggia

e a un campo di mimose!

Nuvole pettegole, nuvole di poche parole,

Se i mari scalassero le montagne,

e i fiori passeggiassero sulle nevi,

e le stelle scendessero a valle,..

se le stagioni fossero cinque,

 

 

Non hai nulla da farti perdonare,

ma ti perdono lo stesso:

era le volte che mi cercavi,

e sbagliavi lo spazio,non il temp

I tuoi silenzi, quanto rumore,..

sui gradini della notte soprattutto;

i tuoi silenzi non erano di ghiaccio,

ma vellutati come pètali di rosa,

Non  vengo  più,

ora  io...devo andare:

dove  riccioli  di  grano

addobbano  i  campi,

..mi piace essere la tua onda preferita..

..mi piace finire la corsa con te..

..e quando ogni tanto ti viene,

toccami là, tra i capelli..

(al paese natale  e ai suoi campi,passando per un compagno di scuola che oramai non c'è più e per la Prof. di Letteratura Italiana Concettina Franco).

 

C'era un volta e forse c'è ancòra,

un posto incantato di biade e scogliere

scheggiate dal mare più intenso del mondo

C'è una luna che spacca la notte, stasera,

e la frantuma in miliardi di stelle;

c'è una notte che affetta il mio tempo, stanotte,