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blog di Bruno Amore

Malinconico Drogo


Avrei voluto immolarmi
nel mio fortilizio di Bastiano
nel delirio di un sogno di gloria
impossibile da realizzare.
Non mi toccò una meta come quella
piuttosto il deserto nella mente
disperse la mia speme
nel viver mesto il giorno
incatenato alla mia pena.
Soltanto la speranza mi resta

Scrive il mare

Il mare scrive da sempre sugli scogli
tutte le parole violente che conosce
la costa si disegna si incide apposta
per raccontare il male che patisce.
Non ci fu né ci sarà guerra, mai
il limine dalla natura è stabilito
si prendono si fanno spazio all'infinito

Una vita da garzone


Quel tempo mi vedeva
alzato di fresco la mattina
prendere di petto il giorno
imbacuccato e caldo d'orzo e latte
scendere le scale a quattro
scompigliare il sonno delle gatte.
E nell'aria strizza
che accarezzava i muri
piano si spandeva il suono della vita
che riprendeva lena in tempi duri.

Sto diventando cieco (aforisma?)

non vedo amore intorno
ce n'è più di notte che di giorno
da dolce ha un acido amaro di ritorno
poco sentire e di molti fronzoli adorno
lo usi ti gusta lo getti e non provi scorno.

Inverno di campagna

Si son messe le colline
il pastrano dell'inverno
festuche intirizzite sbucano
tra l'erba secca dei poggi
come a cercare il calor del sole.
Hanno chiome striminzite
i sempreverdi delle forre
e le querce braccia nude
alla tramontana.
In ore calde bruca il capriolo

Abbandoni deliranti


Hanno appeso questa merda di luna
in questo cazzo di cielo blu scuro
proprio stasera che per via del mio buio
lei m'ha mandato a prenderlo in culo.

Il grido senza suono (sterminio)

Tapparono di silenzio
bocche spalancate dal terrore
mentre il fumo acre delle ciminiere
lunghe canne d'organo infernale
usciva cupo con rumor di vento
a denunciare il muto pianto celestiale
d'anime innocenti, zittite per l'orrore.

Ascoltando Tchaikovsky

(Adagio, allegro ma non troppo)
Scendere adagio dalla cresta del non fatto
giù per calanchi calcinati o fianchi glabri

Pecora nera


Quando a sera
mettevano a letto i ragazzi
con poca cena
dicendo loro che pane secco e latte
avevano fatto grande e forte
il popolo che c'era
insistendo vieppiù su chi aveva testa fiera
era modo supino e forse inconscio
di tirare su una pecora nera.

Basta la memoria

Non ne abbiamo uccisi, certo
non ne abbiamo salvati, pericoloso
abbiamo chiuso gli occhi, guai vedere
chiuse le orecchie, non ascoltare
poi li abbiamo contati, per sapere
ci siamo scandalizzati, per giudicare.
Poi, pietosamente a discettare
di quel che si poteva o doveva fare
in fondo eravamo al margine, lontani.

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