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blog di Bruno Amore

Viaggiare...così


Faccio viaggi d'andata, mai ritorno
senza distanza, che deve essere tanta
anche per arrivare solo alla stazione.
Uno scompartimento vuoto
per non fumatori, sebbene
sappia di fumo rancido nascosto.
Mi scelgo  il sedile al finestrino
guardo il paesaggio grigio d'un mattino:

Intorno a scarpe di effimeri principi

Dacché il nuovo apre il mattino
e son buttate via le scarpe grosse
che ne è stato del cervello fino?
non il gelido genio da laboratorio
quello, che per trarti dal tino della vita
risolve seri problemi, con pochino.
Prese queste, leggere, morbide, lucenti
che fanno camminare sul velluto

windy red


Sento un gelido vento
che spira tra le righe d'un bel rosso.
Mi sforzo di pensare ad un perché
ma non trovo, non riesco, non posso
che qualche pecca ci dovrà pur stare
se più un sorriso, non ti piove addosso.
 

Il cielo dalla spiaggia

È là, in un grembo che non scelsi
che tutto è cominciato.
Forse fui una speranza oppure un caso
il fato m'ha portato, con la scatola nera:
tutto registrato. S'è visto poi, col tempo,
quel che c'era, quanto era viscerale 
rigettato  col tempo goccia a goccia

Se il pane è solo crosta


Quando la vita è portare un giogo
di quotidiani stenti e tribolazioni
l'amore solo pausa
tra tempi di paura e di afflizioni
distilla fiele il cuore
s'arma la mano con getti di fuoco
spuntano serpi velenose nei capelli
con fauci aguzze si sbranano i fratelli.

Tracce

Complice la scelta di star solo
nella noia della mente giaccio
ed esibisco un ozio esagerato
come fa la belva nella gabbia
per smentire le lodi del guardiano
e disilludere i visitatori dello zoo.
Gli occhi fissi addosso
caricano la vita d'un robusto peso
che appassisce la luce dello sguardo

Un'elemosina


Salgo il sentiero nel bosco
ai luoghi più alti, distanti, solitari
e quando raggiungo il fresco dei castagni
sento la brezza insinuare i sandali
accarezzarmi i piedi di sollievo.
La stessa che  mi spazza dal sudore il capo
fruga le rughe agli angoli degli occhi
che contano i passaggi della vita.

Raccontando_mi


Chiusi le imposte
e scesi nell'ombra quieta della stanza
il mondo amico mio e, fuori
grovigli spinosi, in lontananza.
Quando era lo strappare baci
la spesa maggiore d'ogni giorno
mi rincantucciai
che sempre mi spauriva
essere incalzato ad affrontar la vita.

Ho perso le spine


Se ho perso le spine
issate per tener lontani
i tormenti del cuore
coi sospiri più frequenti dei battiti
e il giorno
sempre più affollato di pensieri
ora sono indifeso
e batte lento, alle volte par che spiri
però conta ancora le inquietudini
cavalcare i sogni

Occhiamandorla

chiudo le ciglia
sulla luce pulita
dell'emozione

un'aura azzurra
monta dall'orizzonte
fino negli occhi
 

siede sul muro
muto dell'esistenza
la morte bianca

 

avrai più sogni
nascendo figli

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