blog di Bruno Amore

Mentre soffiava un vento di miseria
che preannunciava pianti e più sfracelli
l'amabile pastore che sa farsi osannare

Svelte le iene, seppur satolle
sul corpo inane flaccido e molle
del consesso domestico, nazionale
che supino porge la gola per la pena

Non tagliatemi il dito
vi consegnerò l'anello
tanto, segnò solo la carne.

È sempre così
una storia comincia
quando dicono farà questo o quello
si vede dallo sguardo e lui

Arzigogolar di pace
tra cannoni fumanti
mentre stracci insanguinati
ingannano sembianze
pare canto di briganti
attorno alla predazione

al politico
reo, sonore col culo
facciam trombette

e poso un sogno
sul guanciale del giorno
ogni mattina

“Hai le mani bucate”, mi gridava
contando quattro spiccioli di rame
eppure aveva gli occhi lucidi di gioia
che scapestrato, le piacevo assai.

È il tempo in cui più incupisce
il rosso nel tramonto
e lentamente affonda nella notte
che, a sprazzi, senza luce

Scintillano, per un momento
come ninnoli appesi ai rami dell'abete
minimi ricordi, illuminati d'improvviso