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blog di Bruno Amore

Ruscello

 
gorgogliando s'avvolge
ai ciottoli, passa tra sassi
li scavalca e sgocciola oltre
stretto nella gorgia di pietre
si fa cascatella e si tuffa
nella piccola pozza
bliip blop bliip bluc
sconvolge una foglia
rivoltandola più volte
la lascia prigioniera
d'un ramo sommerso.
in piccoli gorghi
accelera friggendo
e bolle d'aria emergono
raggruppandosi e poi
filano via alla spicciolata
quasi incorsa tra loro.
afferra un giunco basso
lo sommerge e fa scodinzolare
quando si libera e si scuote
cadono sul filo perle brillanti
plin plic ploc pluc.
 

sssooooffffiiiiiaaaaa

fruscian le fronde
va tra frasche fresche
nel buio del bosco
sopra umidi afrori.
e profumi muschiati
esalano quando soffia
la brezza notturna
e s'apre la volva a nuova
vellutata cuticola
fresca di nascita.
 

La falena

tic toc tac
la notturna bussa batte
contro il vetro
rapida intorno vola e
tac toc tic
riprova l'altro lato
senza tema
non si posa che scotta
toc toc toc
di nuovo ancora scende
invano sale e riprova
nel vorticar dell'ale
tic tic tic
più sottile il paralume
più brillante la luce
più caldo bruciante
tac...
brusco un lampo
attraversa la fiammella
tic
batte sul piede del lume
stecchita.

Goder d'amore

questa che vivo, vita non mi pare
batte gelido il cuore a malapena
nel fondo l'anima perde la carena
fremiti non mi corrono la pelle
gli occhi non bevono più le stelle.
questa brezza lieve calma piatta
avvolge tutto come fosse ovatta
il tempo dei rintocchi è fatto lento
non vedo colori ne odori sento
seppure indubbiamente campo.
sorgi fenice vienimi a pigliare
aprimi il petto fallo sanguinare
che duolo ansie e gran tormento
vengono poscia un grande godimento.
 

Mistero dell'amore

stringi i miei fianchi
nella seta delle cosce
poi accarezzaci il viso
ch'era posato sulle rose
del tuo seno glabro a
odorarne il profumo
così respirando forte
sveleremo insieme
questo mistero.

Avercela.

quando imbandì la mensa
su un legno che poi divenne croce
non tenne conto che avremmo
mangiato e poi sputato.
commensali tutti inani geni
puttane lenoni e santi
finalmente liberi e uguali
nel correr nebuloso della vita
chiesti di testimoniarlo
e tutti al suo desco ritornare
per essere pesati.
così ci siam presi quanto possibile
subito a dispetto di chicchessia
per goderlo adesso e pagarne
il prezzo poi - forse - al limite
lassù, col dubbio che ci sia.

Scegliere

m' han messo sonagli alle caviglie
talché non possa arrivarmi voce
a consolare la mia malinconia
ed il vagar da solo per la via
era dapprima pesante come croce
ma nulla viene o va senza briglie
se l'anima seppur contrita in nuce
regge poiché fu scelta non mania
aprir l'ale al vento e volar via.

Domanda.

ci sono giorni brevi, inutili, quando
potrei morire senza accorgermene
ed altri che la luce del sole perdura
oltre la percezione della sera e notte.
mi chiedo, quali gettare alle spalle
quelli dove la sofferenza è inesistente
e il calar delle palpebre sa di pace
o questi che bruciano sino le ciglia
con tizzoni roventi portando al cuore
conoscenza, è vero ma, tormento?

Occhi di pianto.

Se ho liquidi gli occhi
quando mi chiami
e i battiti sento pulsare
quando pare volti altrove
il viso
perdona la mia incertezza
d'apparire forte che
il non averti mi pesa
più della vita
lo stordimento allevia
il desiderio
e la tua mancanza.
 

Dalle lenzuola.

Quando mi baci lesta
e scendi di tra le lenzuola
mi frugo la pelle
per ritrovare le tracce
del tuo frugare me.
annuso questo cuscino
per appendere il profumo
tuo al mio ricordo ma
non trovo che carne
e mi fa male, a volte.
ti dissi tanto, avvolgila
questa mia passione
che farci solo l'amore
non è ciò che voglio.
 

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