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blog di Bruno Amore

compulsivo (?)

ho messo
la bisaccia dei lai
a tracolla dei miei passi
per andare dove mi resta da vivere
senza ascoltare più il canto delle sirene
che i patimenti dell'anima hanno già fatto
infrangere il rostro sugli scogli la scorsa estate.

frenesia orientale

percorro tempi
ormai tanto lontani
tuttavia presenti
non è rimpianto mesto
non è più rimorso ora
 
fa la gioventù
ammantare il giorno
dalla speranza
 
scrollano la neve
dalle mie spalle curve
caldi pensieri
 

...dall'inverno...

sotto la neve
poltrisce l'alba ancora
verrà vivezza

Forse questo è buono - tanka

tempo di fiori
posa mezzogiorno
sulla tavola
 
spande petali rosa
vento di maestrale

Cantar di fiume

So di una donna
di pietra dura pura
ossidiana lucente
scheggiata dalla vita
lottata sudata conquistata
che si veste dei lai
di tutta una contrada.
graffiandosi l'anima
si squassa il cuore
per riempirsi la vita
di tormentato amore.
ha i piedi nel limo
quasi sinaptiche radici
col mondo delle piene
delle fatiche umili
per buscare il pane.
canta del suo fiume
sulle cui umide rive siede
tra canne fruscianti sogni
sulle prode di golene
immaginifico lido di sirene.
 
 
 
 

Un giorno

Un giorno qualsiasi
ho dato appuntamento
alla mia anima
quaggiù in questo lembo
di tempo senza rintocchi.
volevo spiegarle potendolo
che non fu mia la colpa
è l'inquietudine mia spalla.
fui nato frale allevato male
con troppo sentimento
poco brio ancor meno sale.
non adatto a questa vita dura
sognare mi è facile mi salva
mi cuce addosso la vita
che mi è cara
e alla fine del giorno
mi rassicura.
 

All'orientale

 
questo cadere
in rosa profumato
è solo gaudio
 
rinfrancandoti cuore
viene un nuovo giorno
 

Quanto

Quanto
amore m'è mancato mai
se ancora sogno di averne sempre.
un cuore gonfio di respiro
un'otre vuoto, lucido profumato
                                     come una valle ansiosa di lago.
                                     Sentire
                                     schioccare di vele, frusciare di chiglie
per portare sogni oltre l'orizzonte
al traverso dell'anima
anche soltanto per momenti
purché intensi
vorrei.
 
 
 

Dopo

Quel saluto freddo sgonfio
come un frettoloso orgasmo
s'è appeso ai fianchi
m'intriga persino il pensiero.
e sembrava una bella chiusa
l'alba.
t'avevo rincorso sul prato
desiderato e preso
percezione frale del vero
nubi candide attraverso il cielo
e il vento che frugava
nei capelli mossi.

 

La pagina

Lei bianca sta lì davanti
spiaccicata anonima
aspetta che ci scriva
di me per lo più
degli altri raramente
quasi una sfida e s'avesse
gli occhi sorriderebbe
con aria strafottente.
piano sfioro con le dita la tastiera
voglio scrivergli addosso senza tema
che capisca ch'è questa la sera
in cui la faccio nera.
Perché s'ha da sapere
che costei quando voglio
dirmela serio sul muso
ad ogni parola gli angoli piega
storce sopra o sotto il foglio
s'arriccia e quasi pare si bagni ma
lo giuro, non è pianto mio
io son più duro.

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