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blog di brunaccio

Crisalide in tana.

Sento la mia stanza vicina, come amica.
conosco la luce i suoi colori
gli odori, il vecchio respiro
d'arredi modesti, consueti
dove cassetti semiaperti
come bocche stupite
mostrano rinfuse pagine sparse
lette non lette rilette
scritte e mai scritte
scarabocchi e schizzi
per disegni e sogni mai finiti.
Alito di essenza amara, stantia
da un lampo fucsia
tra le lenzuola del letto sfatto
intimo dimenticato mai reclamato.
Da sulle mensole insicure
aromi di verzure appassite
rami fioriti ormai risecchiti
di sbiaditi incerti colori.
Pietruzze e legni in forme curiose
suggestive
raccolte in giro distrattamente.
Rifugio, sempre più bozzolo
dove attendere la prova di rinascere.
 

 

Vivezza.

Tu sei non sei
dovresti prendi fai vai torna
non capisci.
Allora ho galoppato
l’infanzia l’adolescenza
con selvaggi cavalli nella brughiera
lì in periferia e non m’importava
se inconcludentemente.
Saccheggiato nidi e tane
d’ innocenti esseri
pisciato su aiuole fiorite
rovesciato gerani da balconi
insolentito vecchi scemi
e non bastava mai perché
nessuno si accorgeva
che esistessi.
Solo la voce il contatto
di lei mi riconciliava
nulla chiedeva nulla voleva
sapeva accettava me l’alieno
amore materno mi dava.

Arsenale

non ho avuto mai
la barca giusta per salpare
ben fatta forte atta a navigare
forse a questo molo devo restare
a questa bitta scura ormeggiare
nell'acqua cheta della darsena
immerger la chiglia e galleggiare.
non può certo il vento anche buono
stabilire la rotta che devo pigliare
di sulla prua con la mano a parasole
esploro l'orizzonte del mio mare
la luce le nubi gli uccelli planare
e pur se lieve la bruma mi lascia
isole oltre la linea immaginare
il cuore batte per l'ansia di mollare
sempre mi resto e d'istinto vado
con la manica lisa ad asciugare
lacrime salse pronte
il ciglio arrossato a scavalcare.

 

Creativamente

è al mattino più sovente
ch'io avverta prepotente
dei pensieri nella mente
farsi strada celermente
riconoscere per niente
quello ch'è più conveniente
e dagli occhi immantinente
spanderli nel monitor lucente
per veder s'è poco o niente
quel che scrivo ed è decente
non che sappia dalle gente
quanto voglio sia sapiente
quel che provo intimamente
anche fosse evanescente
è per me significante.

...come fossi il mare.

dolce tepido mare mio
che dagli azzurri e blu
il verde succhi e ti riempi
gli occhi brillanti per schiarire
le mie notti insonni
quando ti aspetto nelle onde
che ti portano e riportano via.
Lascia che la mia prua
profonda ti solchi a frangere
la marea e mareggi oltre
l'altra semplice scia
che giammai si cancella.
Profuma di altre essenze
questo legno e d'altri salmastri
la tua ondata che ora monta
lambisce e bagna
la riva di questa nostra vita
che ancora cerca un senso
nel sogno che ci prende.

Se...

se questo è un sogno
vorrei poterti legare
in quella nube bianca
lassù in cima
un castello da fiaba
dove poterti raggiungere
sempre ad ogni desiderio mio
e rispondere ai tuoi
che da lì si spargerebbero
come raggi di luce
a rischiarare questo cammino
che viepiù si oscura.

Corrono nubi

e corrono nubi grige
cariche di sogni
attraverso il cielo
di questa stupida vita
è vento gelido quello
che le rincorre e porta via.
si scaricano lontane da me
come certe piogge attese
desiderate per rinverdire
sedimentati desideri inappagati
riposti in attesa di tempi migliori
che non vengono e verranno mai.

D'altra pasta

non ho quel sangue
quel plasma che chiedi
son d'altra pasta fatto
ho semplici pulsioni
flebili brezze mi curvano
e semmai come giunco
mi piego alla corrente
poco resisto e inarco
il verso della mia vita
mi scrollo e ad aria nuova
asciugo il corpo e l'anima
me ne vado via.

Lune_dì : speranza.

Luna glabra malinconica
seduta zitta nel vaso azzurro
di un cielo non mio
che segni nella mia vita
pieghe cerci contorni
del mio essere solo
donandomi un sentire
affondato nel blu
immenso che t'indora
su lievemente coglila
dal covo tiepido semplice
riportamela ancora
che ogni dì non riesco
dimenticarla ognora
dille non solo spine ardite
sono i miei pensieri
che dolce la notte colorano.
 

 

Immaginando.

Canto il tuo viso
perché me l'hai mostrato
dei tuoi occhi ho il colore
che non ho indovinato
è bruna la pelle
come pure il crine
dell'altro in verità
non potrei dire
e allora creo da me
le tue sembianze
circondandoti a mente
in mille danze
le mani lievi carezzano
hanno care ricche le forme
che fragranti sento olezzare
ma il senso il desiderio
di vero non si può placare
taccio oggi sperando ancora
che dei tuoi candidi pudori
ti libererai.

 

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