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blog di Azriel

Il viaggio

Sul muro esterno della torre vecchia
si arrampica una rosa,
bianca come la neve.
La piantò lì una madre,
per ricordare un figlio
perduto chissà dove.
Qualcuno lo chiamò per nome
e lui partì
senza un saluto,
né un perché.
Un cenno della testa da lontano,
in tasca due monete d'oro
e un nastro rosa antico tra le dita.
Fu tanto tempo fa.
Lungo il declivio della montagna sacra
dove fa sempre freddo
cresce una rosa,
rossa come il sangue.
La piantò lì quel figlio,
in cerca di un amore

perduto chissà dove.

Nirvana

"Immaginai la tua carezza lieve
assolvere in un attimo l'errore
e invece vidi intorno solo nebbia
che senza fretta mi tirava dentro
ad un delirio etilico ed estatico.
Scavai tra paranoie e confusione
senza trovare scuse convincenti
tra giri di parole ritrattate
e verità negate all'evidenza.
Nessuna uscita eppure la cercavo
saliva un'ira densa come fumo
la mia realtà d'un tratto liquefatta
la voce tua oramai solo sussurro.
Nascosi tra le ombre ogni domanda
misi da parte il poco che restava
e in preda a consapevoli tormenti

chiesi perdono al cielo e chiusi gli occhi."

Maggio 1999

 
Dolce Belgrado
città in fiamme.
Che resterà di te,
dei chioschi colorati
e del futuro,
letto sotto un'ardente luna
nei fondi neri di caffè.
Cielo stellato
e un'altra bomba,
la dignità strappata dalle mani
e tanti pronti a prendere
tra le macerie ancora calde
la loro eterna parte di dolore.
Brucia Belgrado
rossa di fede e sangue
ferita a morte
nel mese delle rose.
Chi ti calpesta finge il pianto
simula civiltà che non conosce
volge lo sguardo
là dove non vede.

E passa oltre.
 

Sul fiume Okavango

Correrò sola
lungo il delta del fiume
che non si getta in mare.
Se ci ritroveremo,
un giorno,
voglio non sia per caso.
Mi siederò in attesa
sulla sabbia del Kalahari,
e il tuo ricordo
sarà il mio castigo.
Se tornerai,
un giorno
chiamami da lontano,
ascolterò in silenzio
e non sarà per caso.

Nient'altro

Nient'altro prima,
dopo nient'altro.
Non mi verrà ridato indietro il tempo
che corre inesorabile e semina memorie,
né quei tuoi occhi che ricordo immensi
fissarmi come se si fosse aperto il cielo.
Mi accorgo solo ora che non ho avuto scelta,
per la paura di mostrare fragilità infinite
e che ho pagato un prezzo troppo alto
per un incerto no rotto dal pianto.
Dopo di te nient'altro,
nient'altro prima.

Nicaragua

Era schierata con le truppe in autunno,
mentre le foglie cambiavano colore.
Donna senza un domani né un sorriso,
lo sguardo dolce fisso alle trincee
e io solo un ragazzo appassionato,
che non capiva i suoi lunghi silenzi
e il domandare scusa ad ogni passo.
La vedo ora da sola per le strade di Leòn,
tra gli edifici crivellati d'odio
nel vento che alza polvere e miseria.
E penso ancora al sangue e alla follia,
suo paese atrocemente violentato,
alle carezze perdute chissà dove.
Mio dolce amore di una notte appena,
che chiede ancora scusa ad ogni passo.
 

Sogno d'estate

Scorsi per caso riflessa nel rigagnolo
la luce argentea della Luna
che rischiarava l'acqua.
Preso d'incanto L'ammirai per ore
desiderando infine di morirLe accanto.
D'un tratto Lei s'accorse dei miei occhi
e con modestia scomparve nella notte.
Chiamai me stesso folle addirittura
ché nessun uomo può bramare tanto,
la Luna ne fui certo in quell'istante
al Cielo apparteneva e a Lui soltanto.
Ma quando fui per volgere lo sguardo
udii una voce dolce che era un canto:
" Sono la Luna
-disse-
portami con te"
e il Cielo ci abbracciò sotto il suo manto.

Inquietudine

Non so cosa pensasse il fiume gelido
mentre furente si legava al mare
né chi tra le acque buie dell'inverno
avesse perso l'amore di una vita.
So solo dei tuoi occhi color sabbia
socchiusi dolcemente al primo lampo d'alba
e che mi manca un bacio quello lo so
tanto da rimanere ucciso dal rimpianto.
Non so spiegare e il tempo non rallenta
va via veloce come le correnti
lasciavo andare tutto e tutto è fermo
tra le ingannevoli lusinghe di un istante.
Vorrei non veder scendere la notte
ché il sonno mi è nemico.

Istantanea

 Giselle
anima rosso sangue
d'agosto sento freddo.
 Ti chiamo senza sosta
e mi confondo
tra i passi tumultuosi
di mille anime sole.
 Ma tu sei
disperatamente
altrove.

Plaza de Mayo

Sfilano in cerchio donne coraggiose
come le foglie secche d'autunno,
soffiate via dal vento della sera
in eleganti mulinelli di colore.
 
Con passi lievi cammina la speranza
un fazzoletto bianco attorno al collo
e mani forti strette tra le mani
a condividere decenni di dolore.
Madri di figli persi da una vita
figlie di un ideale che non muta.
Dal giovedì di un maggio ormai lontano
in un'attesa che rende tutte uguali.
 Finché ci sarà vita.
Un grande cerchio silenzioso.
Che grida forte.
Mai più.

 

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