Scritto da © ariele57 - Mer, 14/04/2010 - 20:49
S'arena in barena
con le striate vesti salate
scrive a bocconi su grani umidi
il racconto.
le spossate e arrugginite
cime giacciono.
al di qua l'onda ascolta.
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Scritto da © ariele57 - Mar, 13/04/2010 - 16:40
leccornie
da l'ingorda via,
vile tentazione ad
occhio e naso legate,
un passo
da un baratro di sensi scossi,
se potessi
ne farei scorpacciata
vile tentazione ad
occhio e naso legate,
un passo
da un baratro di sensi scossi,
se potessi
ne farei scorpacciata
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Scritto da © ariele57 - Sab, 10/04/2010 - 20:15
el tempo ciapà vanti xe bon pei soti
Quando vegnerà beo
El ceo xe verserà,
me vesto de festa.
Doman, se se pol far, farò.
Doman xe vederà,
an cuo,come el tempo
so gnognoeo e me fermo
sora a bagoina a pensar:
"che el tempo ciapà vanti,
xe bon pei soti".
“Il tempo che s’avvantaggia
è buono per gli zoppi”
Quando verrà il bel tempo,
il cielo s’aprirà,
mi vestirò di festa.
Domani se si può fare, farò.
Domani si vedrà,oggi,come il tempo sono malinconico e mi fermo sopra un bastone da passeggio
a pensare: “CHE IL TEMPO CHE S’AVVANTAGGIA è buono per gli zoppi.”
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Scritto da © ariele57 - Lun, 05/04/2010 - 20:34
ci sono degli occhi senza sguardi che stanno vigili
sul retro del palco per proteggere lo scrigno.
pin ,con lieve coscienza
osservo
che per quanti passi
uno pensi di fare
si trova sempre
nel mezzo di un percorso.
il presente è perno centrale
che viene trascinato
da una visione futura
che apre cauta le sue porte.
fa scoprire le sue forme,
a spizzichi,
come bocconi
di un cibo morsicato
ma che ancora triti
per conoscerne il gusto.
ma vengo al contempo sospinto
dal vento passato,
che è fiero
di avere avuto
ferree orme.
ma cammina ormai
sopra il tempo con aghi consunti
che ne lacerano i ricordi.
ed il sentiero si snoda
e non capisci, a fondo,
se sei tu che lo scegli
ad istinto
o qualcuno ti ha già dato prefisso,coordinate e mete.
ma, intravedo
un piccolo avallo
nascosto sotto la gran massa
che trova la forza
di venire alla luce.
allora ,pur padrone di eterno dubbio
vado alla fonte del movimento
e penso:"fu Ercole che nascose
sulla conca
lo scrigno d'Ippocrate,
che rabbrividì svelandosi
solo al tatto
di mani esperte.
pin ,con lieve coscienza
osservo
che per quanti passi
uno pensi di fare
si trova sempre
nel mezzo di un percorso.
il presente è perno centrale
che viene trascinato
da una visione futura
che apre cauta le sue porte.
fa scoprire le sue forme,
a spizzichi,
come bocconi
di un cibo morsicato
ma che ancora triti
per conoscerne il gusto.
ma vengo al contempo sospinto
dal vento passato,
che è fiero
di avere avuto
ferree orme.
ma cammina ormai
sopra il tempo con aghi consunti
che ne lacerano i ricordi.
ed il sentiero si snoda
e non capisci, a fondo,
se sei tu che lo scegli
ad istinto
o qualcuno ti ha già dato prefisso,coordinate e mete.
ma, intravedo
un piccolo avallo
nascosto sotto la gran massa
che trova la forza
di venire alla luce.
allora ,pur padrone di eterno dubbio
vado alla fonte del movimento
e penso:"fu Ercole che nascose
sulla conca
lo scrigno d'Ippocrate,
che rabbrividì svelandosi
solo al tatto
di mani esperte.
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Scritto da © ariele57 - Gio, 01/04/2010 - 17:56
ricordati, tutto è poesia, ma...
Nell'abbandono verso un sentimento
mi dichiaro reduce, in battaglie perse
tengo fisso lo sguardo all'orizzonte di pace
ma per descrivere la poesia
ho bisogno di trampoli, forse cosi cresco nello
sbilancia- mento, per non cadere nel logico.
arduo è
il compito. M'arrampico tra le nuvole
mi faccio dondolare dal vento
cerco lei dentro il Cuore,
e tra i miei mozziconi cerco
memoria per non ingannarmi,
per temperarmi. Cerco,
forse ad occhi chiusi di
recuperare il soggetto primo.
ho la fantasia,
la realtà,
filanti sensazioni
fragili emozioni
forbici non umane
mi ri- tagliano i colori
pennelli li mescolano,
ho appigli su corolle, ali, fiumi...
ma non è tutto.
Per arrivare al senso magico
occorre un duro impasto,il lievitare
sul desco e attendere
che maturi il frutto.
mi dichiaro reduce, in battaglie perse
tengo fisso lo sguardo all'orizzonte di pace
ma per descrivere la poesia
ho bisogno di trampoli, forse cosi cresco nello
sbilancia- mento, per non cadere nel logico.
arduo è
il compito. M'arrampico tra le nuvole
mi faccio dondolare dal vento
cerco lei dentro il Cuore,
e tra i miei mozziconi cerco
memoria per non ingannarmi,
per temperarmi. Cerco,
forse ad occhi chiusi di
recuperare il soggetto primo.
ho la fantasia,
la realtà,
filanti sensazioni
fragili emozioni
forbici non umane
mi ri- tagliano i colori
pennelli li mescolano,
ho appigli su corolle, ali, fiumi...
ma non è tutto.
Per arrivare al senso magico
occorre un duro impasto,il lievitare
sul desco e attendere
che maturi il frutto.
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Scritto da © ariele57 - Mar, 30/03/2010 - 08:57
"nelle bolle
di echi
astrali
aspiro
conquiste,
evanescenti
draghi
dello spazio
accompagnano
i miei
pensieri,
osservo
nel brillio
di quel vuoto
sogni
non consumati,
lucido
ali
polverose,
e occhi
curiosamente
obliqui
intrecciano
i miei sentimenti
rotti,
pulsano
sincronici
desideri
alla ricerca
su nuove
galassie
d' indizi,
alieni riscontri,
per rimettere
la lucida
follia
in forma
con aliti ,urla
pianti e risa,
stringendo
tra i pugni
sospiri
alla ricerca
nuovi echi
"nelle bolle
di echi
astrali
aspiro
conquiste,
evanescenti
draghi
dello spazio
accompagnano
i miei
pensieri,
osservo
nel brillio
di quel vuoto
sogni
non consumati,
lucido
ali
polverose,
e occhi
curiosamente
obliqui
intrecciano
i miei sentimenti
rotti,
pulsano
sincronici
desideri
alla ricerca
su nuove
galassie
d' indizi,
alieni riscontri,
per rimettere
la lucida
follia
in forma
con aliti ,urla
pianti e risa,
stringendo
tra i pugni
sospiri
alla ricerca
di quiete."
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Scritto da © ariele57 - Dom, 28/03/2010 - 22:36
la solitudine non è un vezzo
da un portone
il vissuto
bussa
toc toc,
e tu non apri.
che mai sarà,
ruggine?
no, è scoglio minimo
della presente frana
che ostruisce
lui d'impeto vorrebbe
rapirti, con rudi spallate
ci prova
tu per non crear danni
ai cardini
accosti
ma non vuoi
aria e creare
magie occulte
e con fare cortese
non neghi il passo
ma chiedi il rispetto.
il vissuto
bussa
toc toc,
e tu non apri.
che mai sarà,
ruggine?
no, è scoglio minimo
della presente frana
che ostruisce
lui d'impeto vorrebbe
rapirti, con rudi spallate
ci prova
tu per non crear danni
ai cardini
accosti
ma non vuoi
aria e creare
magie occulte
e con fare cortese
non neghi il passo
ma chiedi il rispetto.
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Scritto da © ariele57 - Sab, 27/03/2010 - 16:18
in quel silenzio
onde
nell'immersione prima
il mondo era immenso
è sapido
il sentire d'oggi,
un respiro costante
che mi conduce ai versi
apnea rimpiango
quel placido passo e
il ritmo del nostro battito.
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Scritto da © ariele57 - Ven, 26/03/2010 - 10:31
nell'attesa tua, giaccio spossata...
...su fogli strappati da denti cariati, su veleni disciolti. Oh Pin...
non c'è ancora odore
di verdi mandorle, solo di licheni
muschi,ombre.
(allora sugli angoli poso polvere)
eppure ruggisce primavera
e nei ricordi del cuore
nascono nuove gemme.
fragili, scosse,
sono esili,pallide, ma germogliano.
certo amano sfidare gli eventi
perché possiedono intrisa
la storia di antiche vite.
ma reclamano aria pulita
condita di raggi
per rinvigorirsi.
(mentre i pensieri d'anidride nascosta
bruciano incessantemente ossigeno).
penso non sia giusto chiudersi
su campane di vetro per difendersi.
malgrado sia su duri ematomi
giallo-violacei,preferisco
il rischio di rompermi
che lo stallo d'esserci.
in due, Pin
c'è sempre stampella e appoggio,
ed ora che sei qui,
di nuovo fiamma, ti dico...
che sono fusa.
e prima di rincominciare ad aprire di casa, porte e finestre,aiutami
a ripulire l'intero complesso.
curiamolo insieme,osserviamolo
amiamolo.
questo poliedrico involucro c'invita ad entrare, è un labirinto il nostro tempio...
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Scritto da © ariele57 - Dom, 21/03/2010 - 16:37
m'assedio sfinita
Finalmente pin
m'arrendo
il tuo fresco riso
è la migliore arma
per combattermi
e sta con me
gemma primavera
ascoltandoti.
si è bruscamente risvegliata
e del sole ha aumentato i watt.
o mio zuccherino dolce
mi sciolgo
a quel suono allegro che fai,
fai domino.
si ripercuote tutto
e mulinello i fianchi
al ritmo di un flamenco.
ma non ho più vent 'anni
e le colonne che impediscono
a vista l'accesso alla porta del tempio ,tremano,
come se un terremoto
interno e burlesco
volesse corromperle,
indecise sussultano
e in brividi raccolgono gocce fin sulle caviglie.
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