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Magia di un suono

un alito più che un suono
la sua voce
e calda scende giù nelle pieghe
di quest'anima che sola aspetta
una carezza ancora
Se le parole hanno un senso
e corroborano quanto il sentimento
l'ansimar del respiro sommesso
ha del sensuale inebriante
quasi un sfiorar di pelle
un contatto ammiccante
allora quasi l'avessi al viso
la sua bocca assapori
di paradiso.

Aspettando il destino

cento angoli di strada

conoscono il mio viso
ho atteso tanto lì, il mio destino
quello che m'ero promesso
d'incontrare
forse è passato lesto
quando ero distratto
forse non ancora, deve passare
oppure non passerà più
non sono state buone
le mie referenze.

 

MAQUEDA

A bordo delle mie scarpe
battendo la notte
e quel buio scuoiato
da fin troppe stelle.

Venditori di seta inquinata
da moderne veneri da marciapiede
mescolati ai miei passi
da mendicante di quiete.

Maqueda vecchia, troppo vecchia
per ingoiarmi nel suo asfalto
e procurarmi la mescalina
mentre gorgogliano le ultime piogge

E poi c'è l'altra
con quei suoi occhi di chetamina
e una gonna viola di velluto e troppe spille
mentre mi bacia, mi fredda e mi masturba
e non conosco ancora la sua voce.

Lei ha un boccale, io no
Lei ha un sorriso, io no
Lei ha un coltello, io no
Lei ha un motivo, io no

Laboratorio di scrittura narrativa

Il migliore espediente che un aspirante novellatore possa utilizzare per affinare il proprio modo di scrivere pensiamo sia quello di poter analizzare passi narrativi di autori noti. Di poter avere uno spazio entro il quale potersi confrontare ed esporre pareri, dubbi ed ipotesi… Rosso Venexiano ha deciso di creare un luogo dove questo possa succedere…

 In tale prospettiva, si è deciso di partire con un passo del Piccolo Principe.

Francesco Anelli [blinkeye62]

♦Leggete con attenzione. E prendendo spunto dal passo, create una breve situazione….♦

clicca qui

per partecipare, pubblicate il vs esercizio/brano su Rosso Venexiano con tag: scrittura lab

Il telefonino e la siringa

Siamo alla stazione, io e Rizlo. Siamo arrivati a Palermo con la solita mezzora di ritardo, mi chiedo che differenza ci sia tra Trenitalia e la merda dei cani che schiviamo coi nostri trolley. Passiamo in mezzo alla gente in coda per i biglietti. Rizlo rolla una sigaretta mentre cammina ciondolando in prossimità della biglietteria. Giochicchia con l’accendino, quando gli si avvicina un uomo di età imprecisata: dai 30 ai 55. Gli chiede qualche soldo perché deve partire. Destinazione: Milano. Rizlo caccia la mano nella tasca destra ed estrae una moneta da 2 euro. Gliela porge e ha gli occhi di chi ha fatto l’azione migliore del mondo. Si vede che si sente buono. Rizlo è un buono. Fissiamo il collo avvizzito e bitorzoluto dell’accattone. Lo liquidiamo alla svelta e procediamo a gran passi per andare a bere qualcosa. Un bell’aperitivo è quello che ti fa scrollare via di dosso la frustrazione di dover viaggiare in treno in Sicilia. Mi parlano del ponte sullo stretto e delle centrali nucleari, quei balordi. Quei venditori di sogni, quei funamboli feticisti della poltrona.
Passiamo dalla taverna e subito mi si fa incontro un volto semiconosciuto. Capelli lisci castano chiari, occhi celesti. Ci dà due cassette-sedie. Ci fa segno di accomodarci. Poi mi fissa con uno strano sorriso a metà tra l’ebete e lo sballato. Rompo il ghiaccio:
“Studi?”
“Io studio me stesso. Egologia.”
“Bene”
“Beh, sai, la burocrazia universitaria non mi piace. Finora ho dato una materia in ogni facoltà in cui mi sono iscritto. Ne ho cambiate cinque. Alla fine mi sono detto: mi iscriverò alla mia facoltà. Nella mia testa”
“E ora cosa studi?”
“No, poi ho lasciato stare l’università e mi sono messo a lavorare”
“Ah, capisco. E che lavoro fai?” Leggi tutto »

La sete

Camminare senza sosta alla ricerca di ciò che può dare un senso alla mia vita
La ricerca è spasmodica
Vagare tra pensieri
Entrando in situazioni che non portano a nulla
Amori inutili
Avvertire la stanchezza e fermarsi
Alla ricerca di un po’ di serenità mi ci porta spesso alla consapevolezza che
e il senso di tutto è al mio fianco
La mia bramosia nel cercare ci porta ad essere ciechi
E spesso a vivere di corsa senza fermarmi a leggere con attenzione il libro della propria vita
Saltando dei capitoli importanti.

Terribilmenteio63

Cullata

Tutto volge al desio
Il pensiero di te mi avvolge come un abbraccio
Che mi culla
portandomi con te nella notte
 
tra verdi boschi e bianche
In quel paradiso di serenità che solo tu
 

.
Terribilmenteo63 

L'ALBERO DEL CIELO

Avevo voglia di vederti albero del cielo
ricordo l'ultima visita per l'abbagliante veste
che richiamava uccelli a fare il nido
col palazzo che sembrava curiosare
da una finestra tonda come un occhio
così vengo da te sul finir del settembre
dolce come il languore che oggi ho dentro
e tu m'accogli con fronde già dorate
a memorarmi i pregi dell'autunno
di frutti largo a chi sa ben fiorire
albero buono cui il tempo non fa danno.

Prendo il saluto come augurio tuo
perchè io non imprechi all'invernare

Hommage à Francisco Goya. Maya desnuda.

la vedova d'Agrigento

Lirica di Vittorio Fioravanti

Turgido il seno
avvolto in tela oscura
tenere le due cosce
sotto la nera gonna
come frutta matura
umida polpa dentro
l'aspera scorza
passa la donna
lungo il mio cammino
con un senso di colpa
in fondo agli occhi bruni
uno sguardo incompiuto
quasi un'esca smarrita
che m'attardo a carpire

Fresca di morte
nel suo cupo tormento
fremente s'allontana
rapida fra la gente
la vedova d'Agrigento

Agosto 2007

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