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chi ha ucciso Calimero?

L’aria nella stanza si era fatta pesante. L’imbarazzo e la consapevolezza di averla combinata grossa avevano creato una coltre così spessa che potevi tagliarla a fette. L’Art Director e il Copywriter si erano dati alla latitanza occultandosi nello sgabuzzino che ospitava la macchina distributrice di atroci merendine e pessimo caffè. Gli assistenti girellavano tra i tavoli fingendo impegni improvvisi ed improcrastinabili, uno si era addirittura affettato un’unghia con il bisturi mentre stava tagliando carte colorate. Era trasalito alla domanda che il Direttore Creativo aveva posto: Chi ha ucciso Calimero? Leggi tutto »

a mani nude

Guardati.
Non girare la testa dall’altra parte.

Guardati.
Non hai ancora finito.

E’ duro scavare a mani nude 
nella discarica dell’anima.

E’ uno sporco lavoro.
Ma va fatto.

Le unghie rotte, arriverai infine.
Potrai finalmente guardarti.

Nudo.
 

l'ultima farsa

un palcoscenico è tutto ciò che io chiedo
un assito che sostenga la mia faccia tosta
per recitare una parte in cui neppure credo
e declamare verità aggiustate a bella posta

istrione, forse guitto, senz’altro una comparsa
mentre il sipario cala e il pubblico perplesso
si chiede chi mai fosse il re di questa farsa
che interpreta la vita cercandone il successo

ahimè non c’é speranza, il tempo ha inghiottito
l’ultima parvenza in me di arte declamatoria
e il pubblico che per anni spesso ho divertito
la sala ha abbandonato cercando un’altra storia
 

Un sorriso

 

        Un fiore 
        una stella
        un sorriso.
        A rallegrarci
        basta un colore
        un raggio di sole
        che accende
        due pupille fisse
        che ti comunicano
        comprensione
        complicità
        amore.
                 Maria  Dulbecco

 

Pensieri

Non trovo mai la penna
                        Al momento giusto
Non trovo mai la parola
                        Al momento giusto
Non trovo mai la mano tesa
                        Al momento giusto.
 
E quando trovo la penna
                         Non ho più parole
E quando trovo le parole
                         Non ho più chi ascolta
E quando trovo la mano tesa
                         Non desidero più ricevere!
 
                             Maria Dulbecco

è colpa nostra

la natura si ribella alle colpe dell’uomo
e fa strage
 
risponde alla supplica
di un bosco tagliato
che non trattiene più l’argine
e sfoga il fiume il suo impeto
 
risponde all’urlo strozzato dell’aria
soffocata dal veleno di una ciminiera
che come coltre nera ci copre la vita
 
risponde al profumo infestato di un prato
che ha ceduto il posto a friabile pietra
per arricchire con fosse d’oro
dipinte col sangue dei morti
 
e non si cura di chi paga il prezzo
perché non ha occhi per discernere
ma solo la sua forza distruttrice
che semina morte
 
non serve gridare pietà
ma mostrar pentimento
non serve addossarle le colpe
ma battersi il petto
siamo tutti assassini di noi stessi
e adesso paghiamo lo scotto
 
possiamo solo chieder perdono a Dio
per un miracolo
che non arriverà
per un mondo ucciso dall’avidità

Strade

Un tuo sorriso viene ad aiutare
la moribonda notte.
E fu un raggio di sole.
Il mare ti si avvicina
per farti sentire il suo sussurrare.
I bimbi corrono tornando a casa,
girandoti attorno
e cantando le canzoni
che gli hai insegnato.
La vita che scorre si fa piccola
e tu la tieni in pugno,
mentre tutto il resto
crea attorno a te
strade da percorrere.

Franco

La terra di mezzo

 

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.
Tra malinconie e leggerezze
la terra di mezzo fendi
polvere sulle scarpe stanche
 
aperte le tue braccia
chiedi ma d’incertezze vaghi
sul filo dell’esistenza
 
ma è il destino sempre il protagonista
quando i calici di cristallo t’offre
poggiati sul luccichio del piatto di portata
 
o quando
si volta di fronte alla tua lacrima
annegata nel nulla della mano.
 
tiziana mignosa
09 2009 

Acqua e Pietra

Il senso di uno scoglio è nella carezza dell’onda del mare.

 
Scoglio che punta l’orizzonte
Linea inesistente a dividere cielo e terra
Dove il cielo è tramonto e l’orizzonte è sogno
 
E' il legame d’acqua e pietra
Dove tempo e spazio si sciolgono
e resta solo il respiro
 
E così di fronte a te da pietra mi trasformo in acqua e divento mare e tu subito ti fai scoglio
mentre le nostre anime si accarezzano.

Nonsense

Odio il tempo passato, cristallizzato appena sopra la mia schiena,  nonostante me ieri. L'oscurità di un nero sciolto, privo di senso, poggia sui gomiti i pastelli di cera del melograno, i germogli accesi, l'ulivo contratto che s'attorciglia a niente.
Annuso l’asfalto, l’odore dei gigli, in questi vicoli a bocca calda, i ritmi assurdi delle vertigini. Metto un bel vestito, impazzito in un bombardamento, prima d'intrecciare le gambe del tutto. L'anima stretta ai denti, assetata di sangue, di tè.

Manuela

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