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Piccoli incontri

Piccoli incontri,

lievi alchimie,
luce battente e bianca
di un’aula senza bimbi
e noi
noi,
con anime appese a un filo,
come panni chiari
sciorinati al sole,
cantiamo la vita.
                           
      Danila Corlando

Poesia

Ed è il bianco di un verso,
strappo irreale,
che esplode luminoso,
fra le ceneri fioche
di un mondo ormai sommerso.
 
Voglia di urlar parole
in un tempo di vecchi,
nel travaglio di sogni
cancellati e riemersi
 
Gli squarci dentro l’anima
che nessuno guarisce,
gridati al vento,
vive voragini d’amore.
 
Rintocchi a festa,
scorribande infantili
e trilli di allegria
nelle tante parole
che mi affollano,
premono,
aggrappate al chiarore
 
                  Danila Corlando
 
 

 

Donna maltrattata

maltrattata

SPERANZA

Donna,
che dal tuo segreto cuore
esprimi sacrificio.

La fiducia negli uomini
a volte
è mal riposta.

Accumuli tesori di virtù
esaltando la pazienza
dei forti.

Passerà da te,
donna,
la riscossa dell'umanità.

Ma apri il sipario
alla tua bellezza
e non ti illuda
la paura.

Fissa il delirio
che ti opprime
in un ricordo del passato
e non sarà vano
il tuo eroismo.

Fabio Cogolato

L'inquilino della porta accanto

Non ho mai conosciuto chi fosse l’inquilino della porta accanto e, francamente, non mi ha mai interessato saperlo, finché un giorno non sono inciampato in un paio d’ali
lasciate davanti al suo uscio e gli occhi mi sono cascati sulla targhetta della porta chiusa.
Una targhetta molto discreta, classica, in ottone satinato, c’era inciso:  Anima.
In punta di piedi sono rientrato a casa ed ho lasciato aperta la porta del cuore.
 

Fra Mitra

a Fra Beppe Prioli

Al funerale di Gianluca, mio carissimo amico,
ha partecipato anche Fra Beppe Prioli, detto
il frate degli ergastolani. o anche Fra Mitra.
Conosceva bene Gianluca dato che per anni
gli stette vicino durante la sua detenzione
che gli venne sanzionata per traffico di stupefacenti.
Il mio amatissimo amico aveva pagato i suoi
debiti con la giustizia e si era rifatto una vita.
Abbiamo passato due anni in comunità  insieme, ventiquattr'ore
su ventiquattro, due anni in cui reciprocamente
abbiamo avuto modo di conoscerci, due anni
in cui ho potuto vedere un muso duro e rabbioso,
abbassare gradualmente la guardia
per lasciar finalmente posto
a quel devastante dolore che
in un remoto giorno della sua infanzia
gli venne incontro e gli portò via
l'unica divinità che esiste tra gli umani, la mamma.
Certo il suo dolore il "vecchio muso duro"
non lo dimostrava con le lacrime,
lui ringhiava e abbaiava ma io, Mauro e
altri ancora, avevamo capito "il male della bestia", e ai suoi
ringhi rispondavamo con dolci carezze.
Il tempo passava e Luca gradualmente
ricominciava a vivere a sorridere, e poi
successivamente a lavorare, a sognare
e a tradurre i suoi sogni in realtà.
Veder sorridere un pittbull è la cosa più
bella che potesse capitarmi e ultimamente
mi capitava spesso.
E allora quando al suo funerale Fra Beppe
leggendo quella straordinaria lettera
che ha scritto a Gianluca improvvisamente
si è fermato per domandarsi e domandare
con tono sconfitto e rabbioso "dimmi o Signore,
dimmi, perchè io non ne trovo la risposta,
dimmi il perchè di tutto questo" un moto di sussulto
ha scosso la mia anima, facendo riecheggiare
quel perchè nelle profondità del mio Io.
Il Perchè lo compresi mezzora dopo al cimitero
nell'incrociare in quella galleria piena di lapidi
Fra Beppe in perfetta Solitudine, quasi in
uno stato di trance che accortosi della mia presenza
mi si è rivolto con uno sguardo ultraterreno
per dirmi delle parole con un tono che sarà mio
per sempre. Mi disse: (premetto che manco mi conosceva)
"Non ti sembra incredibile tutto questo,
guardati intorno, La Morte, la cosa più naturale
che esista, la cosa che più temiamo".
Rimasi pietrificato di fronte a queste parole,
felice ed estatico di aver condiviso con un
uomo così straordinario un istante di Assoluta
Perfezione che mai più nessuno mi toglierà.
Il senso della morte di Gianluca, Fra Beppe
sei Tu.

Dalla testimonianza di un ex ergastolano riportata
in uno dei libri scritti da Fra Beppe Prioli

A NOME DELLE BAMBINE DI TUTTO IL MONDO, TI PERDONO...

Era in ergastolo perché aveva ucciso
una bambina di 9 anni, dopo averla violentata.
Tutti lo evitavano, perché il suo era stato
un tipo di delitto che anche i più duri tra noi
condannavano, inorriditi.
Erano già 18 anni che si trovava in prigione:
le cose più brutte le davano a lui;
i lavori più umilianti erano i suoi.
A Natale le bambine della scuola del paese
avevano scritto delle letterine a tutti noi.
Lui non aveva mai ricevuto posta da nessuno
e quando si vide tra le mani una lettera
con il suo nome si commosse:
si nascose per leggerla meglio, per conto suo.
C’era scritto: “ Io non so chi sei.
Io sono una bambina di 9 anni:
qualunque cosa tu abbia fatto, a nome delle bambine
di tutto il mondo ti perdono!
Cadde in ginocchio, in lacrime:
le prime dopo 18 anni.

Un ex ergastolano
presente all’avvenimento

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.
(sulle note di Andare di Ludovico Einaudi)
 
Dai raggi taciturni del tramonto
lasciati catturare
e sulla scia del vento
ondeggia ai novelli fili, al rosso e al grano.
 
A volte accorre l’incorporeo chiarore
quando colle dita verso il cielo
non ti rassegni a tratteggiare
invisibili cuori senza nome.
 
Ascolta
ascolta il dolce suono della notte
quando una ad una
le onde in coro pettina.
 
Scova la tua anima bambina
serrata ancora dentro al guscio
sorridi alla vita vera
anche se per i piccoli è solo fantasia.
 
tiziana mignosa
06 2009
 
 
 

Dama

partofme                                                                                Picture@Ofoja

 
  .. risplendeva d'incantevole follia
ogni suo gesto cambiare come ombra di fiamma
cortigiana dalle coscie aperte
dama di vecchia pietra mangiata dalle foglie
inarca il sentimento nel profilo caldo mentre fuori gela
bella come il chiaro di luna
serra ogni muscolo e rilascia incanto
morde le spalle nude scarne di uno schiavo
che privo di respiro assapora il suo dolore..

* e nel fuoco carboni ardenti spegnersi
come il profumo del ricordo*

il vetro s'appanna

Ti ho visto,sai?
Sotto la pioggia
con la tua maglia rossa
a sfregiarti i pensieri
coi lacci delle scarpe
inzaccherati e piangenti.
Forse avevi freddo.
Stasera ho freddo io, amore
il vetro si appanna
Il mio dito non sa cosa scrivere

aspettando la notte

 

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