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Solo adesso

 

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(Sulle note di “La vida ed bellas” di Ernesto Cortazar)
 
A te
anima errante
che vaghi
ad occhi chiusi
mentre respiri gioia
solo a tratti
dentro il caldo abbraccio
dell’amore immaginato.
 
E’ solo sogno
adesso
solo ora
è irraggiungibile desio
mentre attraversi gli scoscesi crinali della vita
che svettano scivolosi
su questo cielo
dipinto d’azzurro passione.
 
Invaghita
della vita e della sua bellezza
in essa ti trascini
con gli occhi gonfi
e il cuore vuoto
colmo solo
di bellissimi sogni.
 
Ma è solo adesso
devi crederci
è solo ora
poi sarà diverso.
  
tiziana mignosa
10 2008
.
Dedico questa poesia a Elena, anima dolce, amica mia da e per sempre.
 

194

194 di Enrico Ganassi

Iniziative Rosso Foto

 

tag: Rosso Foto

Mare di Vetro

 

In bottiglia
metterò le mie illusioni
all'alitar del vento
salperò,
verso le stelle
la rotta dirigerò
lasciando a riva
ogni sorta di patimento.
 
 

 

di Odo Tinteri

Ci sono posti e ragazzi

Ci sono posti e ragazzi a Lajatico (PI)

Qui, dove certi gialli son "terra di Siena" e sottili longilinei bronzetti etruschi funerari, son "l'ombra della sera", dove le ubertose colline a grano, reticolate da verzure spontanee, in teorie di poppe sono ricamate di viti e olivi, dove la modernità avanza spopolandole quasi e distende una solitudine aliena, un nostalgico, romantico poetastro (io) indìce un concorso di poesia per alunni delle elementari, e lo chiama : "Ragazzi di_versi". Quest'anno (è il secondo che si tiene) sul tema "Dalle colline"così scrive, una bambina di 5a elementare:
 
Giulia Quarratesi
 
 
Gli alberi creano contorni
come serpenti
l'erba è più scura tenebrosa
delle colline boscose
contro il chiarore lunare
dei campi arati

Sguardi

Un battito di ciglia
come un sospiro
come un velo sulla Luna.
Se gli sguardi fossero
posati all'orizzonte
quando il crepuscolo
s'acquatta al limitare del tramonto
ecco che volerebbero via
verso quel mondo ignoto 
dentro noi.

Silenzi

SILENZI

Silenzi: troppo sordi, striduli
arroganti.
Silenzi di pagine
già troppo lette.

Silenzi urlati
dove l’eco è distratto.

Silenzi di bombe esplose nel cuore
su macerie ancora abbandonate.

Scende la notte
i Silenzi parlano ai cani randagi.

Orofiorentino

La zia

I racconti lunghi, sembrano, non raccogliere gradimento ma ho voglia di presentarvelo. Ha vinto un premio a Mestre nel lontano 1983:
                                    
                                         Zia. La chiamavo zia ma in realtà non eravamo neppure parenti
 
Era venuta ad abitare vicino a casa mia da circa dieci anni.

Vedova, abitava da sola. Quando era arrivata aveva già settanta anni ma non li dimostrava. Agile e deliziosa, si vestiva con cura, le piaceva condurre una vita confortevole e dignitosamente vivace.

È proprio vero che gli anni non si misurano dalla nascita ma dall’aspetto e dallo spirito che una persona conserva dentro se stessa.

Eppure aveva avuto una paralisi facciale, qualche anno prima e il suo cruccio era quella bocca leggermente storta che ogni giorno, guardandosi allo specchio, cercava di correggere. Con un po’ di trucco leggero e garbato e un po’ di ginnastica facciale inventata da lei, ci era riuscita, si avvertiva appena e la sua vita scorreva tranquilla.

              A ottantasei anni, la guardavo ultimamente in quel letto rivolta spesso a guardare le due foto ben incorniciate ed esposte sopra il comò: una del marito, da tempo scomparso, ed una dei suoi passati trent’anni.

averti come padre

Farsi colore un sogno d'aria
nelle tue dita
sento.
Tu che fiore e mare o casolare
alla luce inventi.
Mi dici che l'arte è musica
che ulula estrema al cuore.
Averti come padre
mi lascia serenità alla radice.
Di te uomo
ogni giorno amo invenzione segreta,
morso d'arcobaleno che fugge.

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